Nascosta tra i pini marittimi dell’isola di Porquerolles, Villa Carmignac è uno dei gioielli artistici della Côte d’Azur. Aperta al pubblico nel 2018, l’edificio (con incredibile vista sul golfo di Hyères) ospita (mediante apposite mostre) le oltre 300 opere della Fondation Carmignac, creata nel 2000 dall’omonimo finanziere francese Éduard Carmignac.
Éduard Carmignac, il finanziere rock
Nato nel 1947 in Perù da genitori francesi (il padre si occupava di import-export nel Paese), Éduard si trasferì prima in Francia (dove ottenne la laurea in economia all’Università Sorbona) e poi negli Stati Uniti (conseguendo un MBA alla Columbia University di New York). Dopo gli studi Carmignac lavorò in diverse banche di investimento americane, per poi fondare nel 1989 la Carmignac Gestion (Forbes stima ad oggi il patrimonio personale del finanziere a 1 miliardo di dollari), società di asset management di cui è tutt’oggi Chairman e CIO. Nel frattempo Éduard iniziò a sponsorizzare artisti (finanziando la Factory di Andy Warhol) e musicisti (guadagnandosi la nomea di “finanziere rock” dopo aver organizzato a Parigi un concerto privato dei Rolling Stones), oltre che a collezionare opere d’arte. La prima tra tutte fu Grüner Strich (1982) di Gerhard Richter, che, come da lui dichiarato, rappresentava “l’energia pura” (ed è stata esposta per anni nel suo ufficio, per venire poi sostituita da Anxious Red Painting (2020) di Rashid Johnson).
Louise Bourgeois, Spider (Araignée) (1995)
La Fondation Carmignac e il Carmignac Photojournalism Award
Con il tempo i lavori collezionati sono aumentati (sembra che Éduard abbia iniziato a collezionare per “paura dei muri bianchi”), superando le 300 unità e ricomprendendo nomi importanti quali Jean-Michel Basquiat, Alighiero Boetti, Alexander Calder, Willem De Kooning, Marlene Dumas, Urs Fischer, Andreas Gursky, Keith Haring, Jenny Holzer, Jeff Koons, Roy Lichtenstein (di cui oggi la fondazione possiede 17 opere), Martin Parr, Thomas Ruff, Edward Ruscha, Andy Warhol ed Egon Schiele. Per condividere il proprio patrimonio artistico con il pubblico, nel 2000 il finanziare ha creato la Fondation Carmignac, una “corporate collection” che supporta artisti contemporanei e gestisce le opere precedentemente acquisite in collezione. Per chiudere il cerchio (e aggiungere la fotografia al proprio patrimonio), nel 2009 Éduard ha insistito per creare il Carmignac Photojournalism Award. Il premio di 50.000 euro viene assegnato ogni anno ad un fototoreporter selezionato da una giuria internazionale (diretta da Emeric Glayse). Lo scopo è quello di realizzare – in un periodo di sei mesi – un reportage sul tema della violazione dei diritti umani o problematiche geopolitiche nel mondo (ad esempio in Libia, Congo o in Amazzonia). Alla fine del progetto le foto vengono esposte in una “travelling exhibition” e viene pubblicata una monografia dedicata all’artista (la Fondazione Carmignac seleziona quattro delle opere prodotte per acquisirle nella collezione permanente).
Sandro Botticelli, La Vierge à la Grenade (1487)
Villa Carmignac, il gioiello di Porquerolles
L’ultimo tassello per completare la collezione, dunque, non poteva che essere un luogo espositivo: Villa Carmignac. Costruita sulle fondamenta di una vecchia fattoria (visibile anche nel celebre film Pierrot le fou di Jean-Luc Godard), la Villa è completamente immersa nel Parco Nazionale di Port-Cros. Edificata dall’architetto Henri Vidal negli anni ’80, è stata poi acquisita da Carmignac (che fu invitato a Porquerolles per assistere al matrimonio di una delle figlie di Vidal) e modificata nel tempo dall’Atelier Barani, prima di venire aperta al pubblico nel 2018. La villa – gestita da Charles Carmignac, figlio del finanziere – ricomprende oggi 2000 metri quadri di spazio espositivo e 15 ettari di parco sapientemente arricchito da opere site-specific. In pieno spirito “naïf” dell’isola, all’inizio della visita viene richiesto ai visitatori di rimanere a piedi nudi: solo in questo modo sarà possibile connettersi pienamente all’energia circostante. L’edificio ospita sia le opere permanenti (tra cui le meravigliose Not yet titled (2018) dello spagnolo Miquel Barcelò, Ciclotrama 50 (wind) (2018) di Janaina Mello Landini e la particolare One hundred fish fountain (2005) di Bruce Nauman), che le mostre temporanee.
Michael Armitage, #mydressmychoice (2015)
In corso: The Infinite Woman alla Fondation Carmignac
Visitabile fino al 3 novembre prossimo, l’esposizione The Infinite Woman raccoglie una serie di lavori (di oltre 60 artisti) che riflettono sulla tematica dell’essere donna e del potere femminile in tutte le sue sfaccettature. Tantissimi sono qui le opere di rilievo. Al piano terra si fanno subito notare La Vierge à la Grenade (1487) di Sandro Botticelli e Madam Repeatet (2010) di Wangechi Mutu. Scendendo le scale che portano al piano inferiore, si apre invece lo scrigno del tesoro. Menzione d’onore va qui subito allo spazio sottostante la piscina (con particolari riflessi dorati), occupato da Spider (Araignée) (1995) di Louise Bourgeois e dai dipinti murali I’m at that party right now (2024) di France-Lise McGurn. Proseguendo il percorso nelle sale successive, si incontrano (tra i tantissimi) Nudes ap 14 (2001) di Thomas Ruff, Untitled XLIII (1983) di Willem De Kooning, I Was Thinking Of You II (1975-2005) di Dorothy Iannone, Calypso 1 (2018) di Chris Ofili, Virtual (2020) di Jenny Saville e #mydressmychoice (2015) di Michael Armitage.
Miquel Barcelò, Not yet titled (2018)
Il giardino di Villa Carmignac
Il giardino della Villa è il secondo grande pilastro di tutto il complesso. Costruito sul principio della preservazione delle specie originarie di Porquerolles (come la lavanda o la più tropicale jacaranda), lo spazio è adornato dalle 14 opere (raggiungibili con lunghe passeggiate nella natura) immaginate dagli artisti dopo un periodo di soggiorno sull’isola. D’impatto sono La Traversée (2018) di Jean Denant, che rappresenta il Mar Mediterraneo, Path of Emotions (2018), il labirinto riflettente dell’artista danese Jeppe Hein e l’illusione ottica creata da Scratching the surface Porquerolles (2018) di Alexandre Farto. Belle anche le “uova” in marmo di carrara di NILS-UDO (La Couvée, 2018) e i visi scultorei Les trois Alchimistes (2018) di Jaume Plensa. Infine, la Fondation Carmignac utilizza come spazio espositivo anche il Fort Sainte-Agathe, che oggi proietta l’opera di video art Controlled Burn di Julian Charrière.
Jean Denant, La Traversée (2018)
Tutte le foto sono di Alice Trioschi