- Per Ubs il divario tra il prodotto interno lordo europeo e quello statunitense si avvia a una chiusura. Gli ultimi dati PMI confermerebbero questa prospettiva
- “Riteniamo che la Bce possa muoversi con largo anticipo rispetto alla Federal Reserve. Il percorso verso una riduzione dei tassi è molto più chiaro in Europa”
Ubs la definisce “un’inversione di rotta”: le azioni europee, secondo la banca svizzera, sono oggi più interessanti delle statunitensi. Un cambio di passo che vede il Giappone in cima alle scelte del colosso, seguito dal Regno Unito al secondo e ora dall’Europa al terzo.
Le ragioni sono diverse, ma principalmente cinque. Innanzitutto, si legge nel report che titola A U-turn: favouring Europe over Us equities, il divario quasi record tra il prodotto interno lordo europeo e quello statunitense si avvia a una chiusura. Gli ultimi dati PMI confermerebbero questa prospettiva, soprattutto ora che gli Stati Uniti hanno utilizzato la maggior parte dei loro risparmi in eccesso (che ammontano solo all’1,5% del pil contro il 10% al picco) rispetto all’Europa (dove sono pari all’8% del pil). “Storicamente abbiamo avuto bisogno di PMI europei materialmente superiori a quelli statunitensi – di almeno due punti – per ottenere una sovraperformance azionaria, ma potremmo ottenerla presto se i servizi continueranno a crescere grazie all’aumento dei salari reali e una maggiore capacità di spesa discrezionale dovuta alla riduzione dei prezzi dell’energia”, aggiungono gli strategist.
Le mosse delle banche centrali
C’è poi il tema delle future mosse delle banche centrali da tenere d’occhio. Alcune banche europee (vedi la svizzera Bns e la svedese Riksbank) hanno già tagliato i loro tassi di riferimento e Ubs si attende una prima virata della Bce a giugno. “Riteniamo che l’Eurotower possa muoversi con largo anticipo rispetto alla Federal Reserve”, fanno sapere gli strategist. “Il percorso verso una riduzione dei tassi è molto più chiaro in Europa”, dicono, sottolineando come i modelli mostrino inoltre che i tagli sono destinati a stimolare l’economia europea più di quanto non possano fare Oltreoceano.
Valutazioni più interessanti in Europa
In più, negli ultimi mesi anche le valutazioni in Europa hanno iniziato ad apparire più interessanti, secondo Ubs. Il cosiddetto “premio al rischio” (ovvero l’extra-rendimento offerto da un titolo rispetto ad alternative prive di rischio) è molto più elevato nel Vecchio Continente, di ben 2,1 punti percentuali rispetto a Wall Street. Se poi si considera la media dei price/earnings, vale a dire il rapporto tra la quotazione dell’azione di una società e gli utili per azione, quella europea è più bassa del 18% rispetto a quella americana. Un dato simile o inferiore è stato registrato solo in caso di recessione o crisi dell’eurozona.
Anche gli utili si stanno muovendo a favore dell’Europa. “L’indebolimento dell’euro e l’aumento dei PMI globali rispetto a quelli statunitensi portano normalmente a revisioni degli utili migliori in Europa rispetto agli Stati Uniti”, affermano gli strategist. “In Europa i margini di profitto delle aziende sono decisamente inferiori agli Stati Uniti. Ma negli Usa il 67% del miglioramento dei margini è dovuto a fattori non ripetibili (tassi e imposte più bassi) rispetto al 3% dell’Europa”. Infine, se da un lato l’Europa è gravemente carente di titoli tecnologici dall’altro circa il 40% della sua capitalizzazione di mercato è costituito da società leader di settore o uniche che, secondo Ubs, non hanno competitor diretti negli Stati Uniti.