- La Fed ha lasciato invariati i tassi di interesse fra il 5,25% e il 5,50%. Una mossa che si tradurrà probabilmente in un ritardo simile in Asia
- Haefele: “Crediamo che portafogli ben diversificati a livello geografico e di asset class siano meglio posizionati per far fronte a un contesto macro in evoluzione”
La Federal Reserve, nella sua ultima riunione, ha lasciato invariati i tassi di interesse fra il 5,25% e il 5,50%. Una mossa motivata da un’inflazione definita ancora troppo alta. “I recenti indicatori suggeriscono che l’attività economica ha continuato a espandersi, il mercato del lavoro resta solido e il tasso di disoccupazione basso. L’inflazione è rallentata nell’ultimo anno, ma resta elevata”, ha dichiarato la banca centrale nel consueto comunicato. “Non ci aspettiamo che sarà appropriato ridurre i tassi fino a quando non avremo maggiore fiducia sul fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il target del 2%”, ha aggiunto.
Investire nell’Ai in Corea del Sud
Secondo Mark Haefele, chief investment officer di Ubs global wealth management, il ritardo nei tagli della Fed probabilmente posticiperà i tagli dei tassi anche nei mercati asiatici. Tuttavia, aggiunge, la ripresa delle esportazioni, delle attività industriali e della crescita economica reale della regione continua. “Vediamo diverse opportunità che gli investitori possono prendere in considerazione, nonostante il ritorno della volatilità di mercato”, dichiara l’esperto. Sebbene c’è chi si chiede se l’intelligenza artificiale sia arrivata al culmine del classico “hype cycle”, cui generalmente segue un crollo degli entusiasmi e della fiducia, per l’esperto potrebbero in realtà aprirsi delle possibilità di acquisto a ribasso proprio nei principali beneficiari dell’Ai in Asia, tra cui il settore delle memorie in Corea del Sud.
Le banche indonesiane e giapponesi
Altro discorso quello delle azioni giapponesi, che hanno sottoperformato le azioni globali dopo un forte rally. I fondamentali, dice Haefele, restano tuttavia “ancora solidi”. Considerando l’inflazione e la robusta economia del Paese, secondo l’esperto la recente correzione dei prezzi delle azioni delle banche a grande capitalizzazione rappresenta un buon punto di ingresso per investitori a lungo termine. Anche in Indonesia la “robusta crescita dei prestiti, il rendimento superiore alla media degli attivi e la graduale ripresa dei consumi sono fattori favorevoli alle banche”, suggerisce Haefele.
Aziende statali cinesi sotto osservazione
Nel mirino anche le aziende statali cinesi, considerata anche la loro recente performance superiore agli indici di mercato più ampi. Un dinamismo sostenuto dalle ultime riforme di Pechino, volte a migliorarne produttività e gestione finanziaria. Ma non solo. “Con le dinamiche commerciali tra Stati Uniti e Cina che probabilmente torneranno al centro della scena in vista delle elezioni presidenziali americane di quest’anno, riteniamo che un posizionamento difensivo nelle aziende statali cinesi sia giustificato e che il settore possa sovraperformare il mercato cinese generale”, sostiene Haefele. “Quindi, anche se la volatilità probabilmente persisterà nel breve termine, dato che i mercati oscillano tra diversi scenari di rischio, restano specifiche opportunità di acquisto sui ribassi”, aggiunge.
Ubs gwm: neutrali sull’azionario cinese
Il recente miglioramento dell’indice Pmi della Cina continentale e i toni dell’ultima riunione del Politburo del Partito comunista cinese sono “incoraggianti”, secondo l’esperto, ma saranno necessarie ulteriori prove di una ripresa macro, del commercio al dettaglio e degli utili per sostenere il rally dell’Hang Seng. Di conseguenza, Ubs resta neutrale sull’azionario cinese nel suo complesso, ma intravede opportunità di alpha in alcuni titoli selezionati. “Ci concentriamo in particolare sulle aziende statali che dimostrano un miglioramento dei fondamentali, offrono interessanti rendimenti da dividendi e sono diventate più attive nella gestione del capitale”, specifica Haefele.