Nell’armadio abbiamo tutti il cosiddetto little black dress, un vestito semplice e carino che va bene per tutte le occasioni. Allo stesso modo, per lungo tempo, tutti gli investitori credevano che un portafoglio bilanciato fosse adatto a tutte le situazioni. Eppure, dopo decenni in cui il portafoglio 60/40 veniva proposto in tutte le salse come il metodo più rapido ed equilibrato per avere un portafoglio efficiente, nel 2022 tutte le certezze sono venute a mancare. Per la prima volta dopo quasi quarant’anni il mercato ha dovuto affrontare, nello stesso momento, un calo dei rendimenti azionari e obbligazionari. Così tutti gli investitori che si erano affidati al classico portafoglio 60/40 sono andati in crisi, abbandonando la nave. Se sul momento quella poteva sembrare la soluzione migliore, è bene ricordare che affidare le proprie decisioni finanziarie ai cambiamenti di breve termine, perdendo di vista una prospettiva più ampia, crea più spesso vinti che vincitori. E questo è stato il caso. Infatti gli investitori che hanno mantenuto la rotta, senza farsi sopraffare dalle emozioni, hanno ottenuto rendimenti a due cifre nel 2023.
“I portafogli bilanciati – spiegano Sabrina Denis e Lara Castleton, portfolio strategist di Janus Henderson Investors – sono pilastri della coerenza e dell’investimento a lungo termine e possono essere soluzioni versatili nei portafogli degli investitori. Anche se negli ultimi anni, la fiducia nel portafoglio 60/40 è stata messa alla prova”.
È ancora troppo presto per pensare che i portafogli bilanciati possano semplice essere passati di moda. Certo, il 2022 è stato uno degli anni peggiori mai registrati, ma gli investitori che hanno mantenuto la rotta sono stati ampiamente premiati.
Ma qual è il modo migliore per inserire nel proprio portafoglio un fondo bilanciato?
Quando il portafoglio bilanciato occupa tutto lo spazio di investimento
“L’utilizzo di uno o più fondi bilanciati per costruire un portafoglio può essere efficace per gli investitori che intendono esternalizzare completamente il processo di allocazione”, spiegano le esperte. Insomma, i fondi bilanciati possono riequilibrare e spostare automaticamente la loro allocazione, che sia per asset o per regioni, così da rimanere sempre allineate al livello di rischio pre-definito. Questo non significa che il portafoglio non verrà costruito su misura, anzi.
Un portafoglio diversificato, con fondi bilanciati come allocazione core
Si tratta del metodo più comune: gli investitori selezionano uno o più fondi bilanciati, ma li accompagnano nel loro portafoglio con investimenti specifici, come in alternativi o selezionando esposizioni regionali o settoriali specifici.
Infatti, i fondi bilanciati 60/40 possono offrire una solida base per un’allocazione, ma da soli potrebbero non essere sufficienti a soddisfare tutte le necessità degli investitori.
I fondi bilanciati come una sovrapposizione tattica
Un altro modo con cui gli investitori includono i fondi bilanciati nei loro portafogli e quello di sfruttarli come aggiunta rispetto alle allocazione core azionarie, obbligazionarie o alternative. In una simile situazione, i fondi 60/40 hanno l’obiettivo di fungere da coperture, aumentando i rendimenti senza compromettere gli obiettivi generali di rischio e rendimento.
In tal senso, “riteniamo che sia più importante distinguere le opzioni che possono essere veramente flessibili e complementari. La gestione attiva del portafoglio e l’asset allocation dinamica possono essere fondamentali quando si scelgono fondi bilanciati come sovrapposizione tattica”, spiegano Danis e Castleton.
Insomma, da qualunque prospettiva si guardi, introdurre nel proprio portafoglio un fondo bilanciato comporta diversi vantaggi. Da una diversificazione semplice e conveniente, offrendo un’esposizione a diverse classi di attività e mercati, ad una efficiente e coerente. Un simile posizionamento permette agli investitori di sentirsi più sicuri, sapendo che la loro asset allocation è stata progettata per adattarsi e navigare anche nelle più diverse condizioni di mercato.