Nel primo semestre del 2020 il numero di imprese europee che ha utilizzato le piattaforme digitali per raccogliere capitali e ottenere un prestito è cresciuto del 25%
Giorgino, Polimi: “L’innovazione aiuta la sostenibilità e per essere sostenibili bisogna essere innovativi, ma bisogna mettere insieme questi due fattori in modo virtuoso”
Bankitalia, digitale: un’opportunità per gli intermediari
“La crescente digitalizzazione dell’industria finanziaria, cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, offre un’opportunità per gli utenti e gli intermediari. Contribuisce ad aumentare il numero e la qualità dei servizi finanziari disponibili ma anche a sostenere l’inclusione finanziaria”, interviene Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale di Banca d’Italia. “Di fronte a questo fenomeno non si può prescindere dall’adozione di regole, presidi e iniziative che garantiscano che il sistema nel suo complesso resti inclusivo e resiliente”. Secondo l’esperta, è dunque necessario che l’industria italiana comprenda questa sfida, creando quelle soluzioni che la rendano leader in Europa e un “volano di sviluppo per la nostra economia”. E le banche e gli intermediari finanziari, dal canto loro, dovrebbero “fare leva sui propri punti di forza” creando “nuove soluzioni digitali e superando l’approccio teso a far coincidere la frontiera degli investimenti con i vincoli di compliance”. Oltre a innovare i modelli di business, valorizzando le componenti del capitale umano e del talento.
“Credo che questo sia un momento straordinario”, aggiunge Marco Giorgino, direttore scientifico dell’osservatorio fintech e insurtech del Politecnico di Milano. “Pur nella drammaticità degli ultimi 12 mesi, si avverte la necessità di accelerare certe dinamiche e le evidenze empiriche danno forti segnali di fermento, sia sul fronte dell’innovazione che sul fronte della sostenibilità”. Parole, spiega, che sono state utilizzate in modo separato in passato, ma che negli ultimi tempi stanno convergendo verso un unico punto: “l’innovazione aiuta la sostenibilità e per essere sostenibili bisogna essere innovativi”, conclude Giorgino, “ma bisogna mettere insieme questi due fattori in modo virtuoso”.
Fondi sostenibili: un patrimonio da 1.000 miliardi
Quanto alla finanza sostenibile, secondo gli esperti, l’Unione europea gode di un ruolo di leadership a livello globale. “Il 2020 è stato un anno terribile sotto molti punti di vista, ma ha portato anche a una risposta straordinaria in termini di fondi dispiegati”, spiega Elena Flor, responsabile corporate social responsibility di Intesa Sanpaolo. “Pensiamo al Next generation Eu o al Recovery and resilience facility: una parte importante di questi fondi saranno destinati proprio alle attività sostenibili. È importante dunque individuarle, sia noi come istituzioni finanziarie sia le imprese e la società nel suo complesso”.
A evidenziarlo numericamente è anche Sara Silano, editorial manager di Morningstar. “Il patrimonio dei fondi sostenibili ha superato i mille miliardi di dollari e ha subito in misura più contenuta il crollo registrato nel primo trimestre rispetto ai fondi tradizionali”, spiega. Ma queste dinamiche sono riconducibili a forti strategie di marketing o c’è altro? “Uno studio di Bankitalia rivela come, nella prima fase della pandemia, le strategie con un basso rischio esg si siano comportate meglio rispetto a quelle con uno elevato, con una differenza di circa 500 punti base”, precisa Silano. Poi conclude: “Un altro tema interessante è quello del greenwashing. Le nostre analisi mostrano che, in realtà, i fondi sostenibili in larga parte rispettano il loro mandato. Confrontando le società più impegnate in campo esg con il rischio esg assunto, notiamo una certa corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente si trova di rischio nei portafogli dei fondi”.