Il 7 marzo scorso, i Mossos d’Esquadra (ovvero la polizia catalana) hanno sequestrato a Barcellona delle finte stampe di Banksy che circolavano sul mercato dell’arte internazionale da diversi mesi.
Le opere – prodotte a Saragozza e vendute in Spagna, Germania, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti – venivano proposte come parte del progetto Dismaland, un parco giochi pensato e installato temporaneamente da Banksy nel 2015 a Weston-super-Mare, una città inglese vicino a Bristol (di cui lo street artist è originario). L’artista ha sempre descritto il parco tematico come “non adatto ai bambini” e ne ha creato una parodia improntata al tema del consumismo, rendendo Dismaland un anti-Disneyland costellata di opere d’arte contemporanea (basti pensare che una delle attrazioni principali consisteva in delle barche simili a quelle utilizzate dai migranti per attraversare il Mediterraneo, che navigavano cariche di “finti passeggeri” nelle acque torbide di uno stagno).
Dismaland, Markus Baumgartner on Flickr
I falsari di Banksy
L’indagine, iniziata nell’agosto del 2023, ha portato gli agenti a identificare quattro sospetti, che vendevano le stampe per circa 1500 euro l’una. Due dei falsari avevano però “particolari problemi economici” (così come affermato con una certa ironia dai Mossos d’Esquadra) e avrebbero venduto alcune copie dei quadri di Banksy per un massimo di 80 euro per stampa. Le opere sequestrate sono state realizzate su cartone con vernice spray e stencil, a cui sono stati aggiunti timbri a inchiostro e adesivi (che ricordano opere famose dell’artista, quali Girl With Balloon, 2002) per farle sembrare autentiche. Grazie all’approfondita conoscenza del mercato dell’arte da parte di uno dei falsari, le stampe sono state successivamente vendute online o in negozi d’antiquariato insieme a certificati di autenticità contraffatti.
Dismaland, Markus Baumgartner on Flickr
Banksy tra top lot e restauri non autorizzati
Pest Control – l’ufficio che si occupa di autenticare le opere di Banksy – ha confermato che le stampe di Saragozza e i relativi certificati sono fasulli. Pest Control è anche l’unica entità autorizzata a vendere le opere dell’artista, il cui record d’asta è stato registrato da Love is in the Bin (2018), opera che si è autodistrutta durante la Contemporary Art Evening Auction di Sotheby’s Londra nel 2021 (e aggiudicata per 18.5 milioni di pound). Di conseguenza, i Mossos d’Esquadra hanno spiegato che proseguiranno con le proprie indagini, non potendo escludere né che altre stampe false siano tutt’ora in circolazione (i falsi ad oggi sequestrati sono più di trenta), né che nuovi acquirenti siano stati truffati. Negli ultimi giorni il nome di Banksy è stato oggetto di controversia anche in Italia, dove si sta discutendo della conservazione dell’opera The Migrant Child (2019) a Venezia, oggi sottoposta a sorveglianza 24 ore su 24 prima dell’atteso restauro finanziato da Banca Ifis (operazione invisa all’artista stesso, che ritiene il deterioramento parte della natura della street art).