L’indice sottostante di un Etf è in grado di generare Alpha?
Il punto di vista di Salvatore Catalano (VanEck) sul futuro degli Etf al Quant del 7 e 8 marzo 2024
Nel corso degli ultimi anni, all’interno del mondo finanziario, gli Exchange-traded fund (Etf) hanno subito un’importante evoluzione, trasformandosi da semplici strumenti di replica di indici a sofisticati strumenti finanziari con capacità di generare alpha. Questo cambiamento ha sollevato importanti questioni riguardo al confronto tra Etf e gestori attivi.
La tradizionale visione degli Etf e la sfida della gestione attiva
Inizialmente concepiti come prodotti a gestione passiva a basso costo, gli Etf erano visti come semplici replicatori di indici di mercato. Tuttavia, con l’aumento della complessità e della diversificazione degli Etf, la visione tradizionale è stata messa in discussione.
Qual è la situazione attuale? We Wealth ha chiesto a Salvatore Catalano, director VanEck (Europe), di anticipare parte del discorso che terrà in occasione delQuant 2024, l’evento internazionale dedicato all’asset management e alle strategie di investimento innovative, che si terrà il 7 e 8 marzo 2024, presso il Centro congressi Hotel Parchi del Garda.
La legittimità del confronto tra Etf e gestori attivi
“Nel contesto della gestione di un fondo o dell’utilizzo di un Exchange-traded fund (Etf), si pone spesso l’accento sulla capacità del gestore attivo di superare il proprio benchmark, mentre gli Etf, per loro stessa natura, si limitano a replicare l’indice di riferimento – ha spiegato Catalano – È comprensibile che gli investitori possano essere tentati di affidarsi alla gestione attiva, anche a fronte di costi più elevati. Tuttavia, pochi prendono in considerazione se anche l’indice sottostante di un Etf sia in grado di generare Alpha. In tal caso, dovremmo valutare l’indice da replicare come una sorta di controparte del gestore attivo”.
L’evoluzione degli Etf nel tempo
Ma tale confronto è legittimo? “L’evoluzione degli Etf nel corso degli anni ha portato a una realtà molto diversa dall’immagine tradizionale di prodotti a gestione passiva a basso costo. Gli Etf, con la loro complessità, sono diventati strumenti sofisticati che richiedono un’analisi approfondita e una selezione accurata, anche da parte dei professionisti del settore. Identificare il “Best in class” comporta uno studio dettagliato della metodologia sottostante e un impegno considerevole”, ha risposto il director di VanEck (Europe).
La possibilità di confronto tra Etf e gestori attivi
È possibile dunque confrontare un Etf con un gestore attivo? “La risposta è sì – prosegue Catalano – Prendendo ad esempio l’S&P 500, un indice che raramente viene superato dai gestori americani nel lungo periodo (con un orizzonte di 10 anni), secondo i dati Spiva, è importante sapere che esistono strategie in grado di generare Alpha anche nel contesto del mercato azionario statunitense”.
Esempio concreto: Morningstar Us Wide Moat Index
Potrebbe fare un caso concreto?
“Un esempio tangibile è rappresentato dal Morningstar Us Wide Moat Index, che ha dimostrato una sovraperformance significativa rispetto all’S&P 500 nel corso degli ultimi 17 anni, attraversando varie crisi finanziarie, pandemie e cambiamenti economici significativi – ha detto Catalano, aggiungendo che la chiave del successo di questo indice risiede nella sua metodologia, che si basa sull’investimento in società con un vantaggio competitivo consolidato di almeno 20 anni rispetto ai loro concorrenti, ma che sono sottoprezzate rispetto al loro valore intrinseco.
Un approccio che richiama alla mente le strategie di investimento di figure illustri, come Warren Buffett.
“L’esempio del Morningstar US Wide Moat Index dimostra che il mondo degli Etf è in costante evoluzione e che le loro capacità vanno oltre la semplice replica di un indice. Se strutturati correttamente, gli Exchange-traded fund possono competere efficacemente con i gestori attivi”, ha poi aggiunto l’esperto, ricordando che “una caratteristica distintiva di questi strumenti è la chiara definizione delle regole che governano gli indici sottostanti, il che elimina il rischio di comportamenti emotivi dannosi e consente agli investitori di evitare i bias comportamentali che potrebbero compromettere le decisioni di investimento.
Il futuro degli Etf: nuove prospettive negli investimenti finanziari
“È interessante riflettere sul fatto che, in un futuro prossimo, potremmo essere spinti a esaminare gli Etf da un nuovo punto di vista, aprendo così ulteriormente le porte a nuove possibilità nel mondo degli investimenti finanziari”, ha concluso Catalano.