L’attrattiva dei fondi monetari diminuisce se i tagli dei tassi, attesi nel corso del 2024, incoraggeranno una corsa al rialzo delle azioni
Le masse gestite in fondi monetari domiciliati in Europa ammontano a 1.868 miliardi di dollari
Le masse di denaro gestite nei fondi monetari ha raggiunto livelli record negli Stati Uniti, dopo continui rialzi dei tassi che ne hanno pompato i rendiment. Ma anche in Europa la loro crescita è stata molto forte.
Mentre l’appuntamento con i primi tagli dei tassi di Fed e Bce appare solo una questione di tempo, la speranza di alcuni gestori rialzisti è che le migliaia di miliardi parcheggiati in questi fondi a basso rischio si sposteranno su azioni e bond, alimentando un nuovo spunto rialzista.
Perché i fondi monetari da record
Il rendimento dei fondi monetari, che investono in titoli governativi a brevissima scadenza, tende a salire e scendere in tandem con i tassi di riferimento: questa caratteristica, unita alla relativa stabilità di prezzo dovuta, li rende un’ottima opzione per la fase di inasprimento monetario. La loro attrattiva diminuisce, però, se i tagli dei tassi attesi nel corso del 2024 incoraggeranno una corsa al rialzo delle azioni – come spesso è accaduto nel recente passato.
Nella settimana al 17 gennaio, hanno mostrato i dati dell’Investment company institute, i fondi monetari americani avevano in gestione 5.961 miliardi di dollari, in calo rispetto al record toccato appena la settimana precedente a 5.975 miliardi. Nel dettaglio, oltre il 60% delle masse gestite dai fondi monetari appartengono a investitori istituzionali, che nell’ultima settimana hanno iniziato a ridurre la propria esposizione di 15,77 miliardi di dollari (mentre la raccolta retail è rimasta positiva).
Se ai fondi monetari Usa si sommano anche i conti deposito, il totale della liquidità investita a breve sale a 8,8 miliardi di dollari, anche questo un record storico, ha fatto notare il Wall Street Journal.
In Europa i fondi monetari sono stati la categoria di fondi che più ha aumentato le proprie masse in gestione nel 2023. Secondo i dati Epfr, raccolti da Bank of America, le masse gestite in fondi monetari domiciliati in Europa ammontavano a 1.868 miliardi di dollari al 10 gennaio. Attualmente l’indice di riferimento dei fondi monetari europei, l’Euro short-term rate, segna 3,9%.
In America, e in misura inferiore in Europa, le dimensioni dei fondi monetari sono cresciute considerevolmente anche perché, a fronte di tassi e inflazione in aumento, la remunerazione dei conti correnti è rimasta ingessata. Il fondo monetario, offrendo un rendimento e una volatilità contenuta è diventato un parcheggio di liquidità decisamente più conveniente. A questo fattore, negli Stati Uniti, si è aggiunto il timore per la solidità delle banche regionali in seguito al fallimento di Svb, lo scorso marzo, che ha spinto i risparmiatori a spostare denaro dal conto corrente al fondo monetario (o verso banche di rilevanza sistemica). Secondo i dati della Fed di St. Louis aggiornati al 3 gennaio, i depositi bancari commerciali negli Usa risultavano in calo del 2,26% rispetto all’anno precedente, a 17.400 miliardi.
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Dal momento che il fondo monetario ha, in buona parte, assorbito denaro dai depositi bancari, l’idea di spostare successivamente il denaro dal fondo monetario al mercato azionario od obbligazionario rappresenterebbe un salto in avanti in termini di rischio – almeno per una parte degli investitori retail.
Eppure, alcuni gestori sembrano proprio di questo avviso: “Le masse nei fondi del mercato monetario sono sbalorditive”, ha dichiarato al Wsj Randy Gwirtzman, gestore di portafoglio presso Baron Capital, “tutta questa potenza di fuoco è in disparte e aspetta di essere investita”.
“Stiamo ricevendo chiamate… da clienti che hanno un livello significativo di liquidità e si stanno rendendo conto di dover fare qualcosa”, aveva dichiarato il mese scorso a Reuters Charles Lemonides, portfolio manager dell’hedge fund ValueWorks, “questo è l’inizio di un ciclo che inizierà ad alimentarsi da solo”.
L’ipotesi che le masse gestite nei fondi monetari avrebbero potuto alimentare un rally azionario non è nuova: già a metà settembre, quando in questi prodotti erano investiti 5.620 miliardi di dollari, Stephen Suttmeier di Bank of America affermava che “una montagna di denaro può fornire carburante per il rally di fine anno”. L’avanzata del mercato azionario si è poi verificata, ma senza intaccare le masse dei fondi monetari che, nel frattempo, sono aumentate fino al record di 5.975 miliardi, raggiunto il 10 gennaio.