L’Osservatorio SimCorp – ESSEC ha confrontato le posizioni di asset manager, investitori istituzionali, asset service e società di investimenti alternativi
Il 90% degli intervistati considera questa come la maggiore sfida da fronteggiare per analizzare l’impatto degli investimenti socialmente responsabili
La maggior parte delle società partecipanti allo studio ha dichiarato di appoggiarsi ad agenzie di rating esterne
L’integrazione dei criteri Esg per gli investimenti responsabili genera infatti un duplice problema in termini di volume e qualità dei dati, al punto che il 90% degli intervistati considera questa come la maggiore sfida da fronteggiare per analizzare l’impatto degli investimenti socialmente responsabili.
L’entità così cospicua delle informazioni rende sempre più necessaria la loro gestione mediante sistemi informatici, utili per orientarsi all’interno della grande mole di dati a disposizione. Inoltre, data la natura extra-finanziaria di questi dati, vi è una pluralità di fonti non standardizzate che i gestori di asset devono prendere in considerazionenelle loro analisi.
“Ci aspettiamo una crescita significativa e continua degli asset investiti secondo i criteri Esg”, commenta Sofia Ramos, professoressa di finanza presso la Essec Business School. “Per le società di gestione – aggiunge – le sfide principali saranno il controllo e l’utilizzo di grandi volumi di dati extra-finanziari e la loro integrazione in un modello standard di valutazione. La soluzione verrà dall’adeguamento e calibrazione di questi modelli ai nuovi dati”.
Il rating Sri
Un aspetto cruciale degli investimenti socialmente responsabili è come poter valutare i titoli adatti a essere inseriti nei portafogli dei fondi che seguono i criteri Esg, vista la grande complessità degli elementi da considerare e l’assenza di una metodologia condivisa e uniforme.
Infatti, se esistono strumenti consolidati per attribuire rating a partire da dati finanziari, ciò non è altrettanto vero a proposito di quelli extra-finanziari, per cui le metodologie usate sono tutt’ora in corso di definizione. A valle, resta controversa la quantificazione e misurazione dei benefici verso l’ambiente, la società e la governance legati a questo tipo di investimenti, anche in questo caso in assenza di metodologie condivise.
Le agenzie esterne
La maggior parte delle società partecipanti allo studio, ad eccezione di quelle attive negli investimenti alternativi, ha dichiarato di appoggiarsi ad agenzie di rating esterne, come Mscio Vigeo Eiris, sia per i rating “tradizionali” puramente finanziari sia per quelli di sostenibilità o extra-finanziari.
Dal 2015, con la fusione dei due attori storici Vigeo e Eiris, si sta assistendo ad una forte attività di fusioni e acquisizioni di agenzie esterne. Un possibile conflitto di interessi risulta evidente, dato che molte agenzie sono remunerate dagli stessi emittenti. I risultati emersi dall’Osservatorio corroborano questa dinamica:il 51% degli intervistati, infatti, dichiara di fare uso di rating esterni per investimenti legati ai criteri Esg.
L’applicazione di rating interni
Tutte le società che gestiscono oltre 50 milioni di euro hanno sviluppato dei sistemi di rating interni che analizzano e adattano i dati provenienti dalle agenzie esterne. Questo consente alle imprese di personalizzare il proprio rating, integrando parametri extra-finanziari.
La popolarità di questa soluzione è evidente dalle risposte raccolte nello studio, che tuttavia mettono in luce una complementarietà con i rating esterni. A seguito delle interviste è emerso che il 56,8% delle realtà interpellate applica rating interni, ma che il 48,6% fa uso di entrambi i metodi.