La pandemia di coronavirus ha impattato profondamente sull’economia italiana
A marzo, le vendite al dettaglio hanno registrato una pesante flessione rispetto a febbraio, pari al 21,3% in volume. Cresce il commercio elettronico
Il sistema dei prezzi vede al momento prevalere gli effetti deflazionistici
A marzo, gli scambi con l’estero hanno risentito in particolare delle misure di contenimento della pandemia, sia in Italia che nei principali paesi partner commerciali. In particolare, i flussi con i paesi extra Ue sono calati in modo significativo con le esportazioni che sono diminuite complessivamente del 13,9% e le importazioni del 12,4% in termini congiunturali. Rispetto a marzo 2019, la riduzione di esportazioni e importazioni verso i mercati extra europei ha riguardato tutti i principali paesi. In particolare si è registrato un netto peggioramento delle vendite di prodotti italiani in Turchia, Stati Uniti e Giappone.
A marzo, le vendite al dettaglio sono crollate (-21,3% la variazione congiunturale in volume). Ad impattare sul dato in modo particolare è stata la flessione del commercio di beni non alimentari (-36,5%) mentre gli alimentari hanno manifestato una sostanziale stabilità (-0,4%). Al contrario, il commercio elettronico ha segnato un deciso aumento (+20,7% la variazione tendenziale in volume).
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, a marzo, il numero di occupati in Italia ha registrato una variazione congiunturale del -0,1%, in linea con il mese precedente. In particolare, il tasso di disoccupazione è sceso all’8,4% (-0,9 punti percentuali rispetto al mese precedente) mentre il tasso di inattività è cresciuto in misura corrispondente (+0,8 punti percentuali).
Dal punto di vista dei prezzi, al momento prevalgono gli effetti deflazionistici legati al contenimento della domanda e alla fase eccezionale di caduta delle quotazioni del petrolio.L’inflazione in Italia è risultata nulla, riducendo tuttavia il differenziale negativo con l’area dell’euro.