L’outlook sulla guerra commerciale fra Giappone e Corea del Sud
“Oltre alle conseguenze della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, vi sono state anche tensioni commerciali tra Giappone e Corea del Sud”. Lo rivela Anja Eijking, gestore del fondo BMO Global Convertible Bond di BMO Global Asset Management. All’inizio del mese di luglio, il Giappone ha posto restrizioni alle esportazioni di materie prime importanti per il tech sudcoreano. Nel corso dello stesso mese, l’indice Tankan sul sentiment nel settore manifatturiero nipponico ha raggiunto il livello più basso degli ultimi tre anni circa.
Il governo giapponese ha poi tagliato le previsioni di crescita per quest’anno. E’ infatti arrivato allo 0,9% dalla stima precedente dell’1,3%. I dati mostrano infatti che le esportazioni giapponesi sono diminuite per il settimo mese consecutivo a giugno.
Sul versante Usa
Le prospettive di Bmo rimangono moderatamente positive. Lo scenario di base della società rimane fedele e continua a escludere una recessione negli Stati Uniti nel breve termine. Nonostante alcuni dati macroeconomici più deboli, l’economia statunitense continua ad essere solida e sostenuta da un forte mercato del lavoro, dai consumi e dalle stime dell’indice ISM (non manifatturiero). Tuttavia, le prospettive economiche globali si sono deteriorate, con un’Europa particolarmente fragile.
La produzione industriale, le spese in conto capitale, gli ordini di acquisto e il commercio globale si sono indeboliti. La guerra commerciale continua ad avere ripercussioni negative. E l’impatto indiretto dell’incertezza pesa sulla fiducia delle imprese. L’inflazione resta bassa, il che consente uno stimolo monetario accomodante. L’efficacia di un ulteriore allentamento monetario (in particolare nel Vecchio Continente) e le possibilità di uno stimolo fiscale (gli Stati Uniti hanno già un disavanzo di bilancio elevato) per sostenere l’economia in un contesto in deterioramento sono motivo di preoccupazione.
“Riteniamo che le prolungate tensioni commerciali tra Usa e Cina rappresentino il rischio principale. I modelli sembrano indicare che l’impatto diretto della guerra commerciale sull’economia statunitense e cinese sia relativamente modesto. Tuttavia, l’impatto indiretto della riduzione degli investimenti e della fiducia dei consumatori potrebbe essere molto maggiore”. La flessione del commercio globale colpisce economie come l’Europa. Dal canto suo, una crescita minore si ripercuoterebbe sull’economia mondiale.
Anche i negoziati commerciali tra gli Usa e l’Europa nel corso dell’anno potrebbero rappresentare un rischio. Tuttavia l’analista ritiene meno probabile un’escalation della guerra commerciale tra Usa ed Europa.