Il VII rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane presentato lo scorso 11 gennaio rileva che la maggior parte degli intervistati nel corso del 2021 – un campione di 2.695 famiglie al quale viene aggiunta una componente longitudinale che dal 2019 permette di seguirne l’evoluzione – non ha né un piano finanziario né la consuetudine di rispettare un budget finanziario.
Solo il 10% dichiara di avere entrambe le abitudini (pianificatori esperti) e più del 70% degli individui dichiara di risparmiare a scopo precauzionale, ma molti accantonano i risparmi senza alcuna ragione in particolare. La fotografia che ne emerge è desolante e non ci sono variazioni sostanziali rispetto a chi aveva un piano finanziario e rispettava il proprio budget nel 2020, quando solo il 38% degli intervistati risparmiava regolarmente. La pandemia certo non ha aiutato perché si è riflessa in modo significativo sui risparmi: nel 32% dei casi si sono ridotti, nel 5% si sono esauriti, aumentati nel 14% dei casi e rimasti sostanzialmente invariati nel 24%. La restante parte del campione ha dichiarato di non aver mai risparmiato o di non saper dare una risposta.
Alla luce dell’attuale contesto economico, oltre un intervistato su tre dichiara di non sapere come impiegare le proprie disponibilità, e, a fronte di un 56% del campione che sarebbe disposto ad apprendere nuove informazioni finanziarie – ma il 10% di loro non saprebbe a chi rivolgersi -, il 44% si dichiara non disposto a un apprendimento finanziario.
Così, sulla base dell’analisi, è aumentata nell’anno la propensione ad affidarsi a un esperto (+11%) e, riguardo all’interazione consulente-cliente, nel 2021 è aumentata la quota degli investitori che riferiscono di aver avuto un contatto su iniziativa del proprio professionista (39% dal 29% nel 2020), mentre è diminuita la percentuale di quanti dichiarano di averlo richiesto (28% dal 35% nel 2020).
Se leggiamo questi dati insieme con quelli del Centro Einaudi pubblicati a dicembre 2021, l’indice di soddisfazione degli investitori più elevato tra tutte le classi di investimento va al risparmio gestito, con un rapporto tra soddisfatti e insoddisfatti di 6 a 1. L’economia delle famiglie italiane è stata fortemente condizionata dalla pandemia, il Pil è caduto dell’8,9% nel 2020 e i depositi sono aumentati arrivando a 1,8 miliardi (circa il 109% del Pil).
Tra 5-10 anni, secondo gli intervistati, prenderanno quota i consigli professionali dei consulenti finanziari (dal 19,3 al 23,8%) su cui si farà affidamento per avere suggerimenti sugli investimenti anche se persiste una quota di risparmiatori inclini ad agire da soli. Troppo poco per invertire la rotta e affiancare tutti i cittadini nel ciclo di vita.
Resta ancora ampio dunque lo spazio di crescita per quell’esercito di consulenti finanziari che da decenni affianca risparmiatori consapevoli ma che, nonostante i milioni di famiglie di italiani seguiti, non è ancora riuscito a raggiungere i più restii e i meno informati.
Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.
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