Secondo Morgan Stanley il Paese potrebbe diventare la terza economia più grande del mondo entro il 2031
L’inflazione core è stata del 4,9% rispetto a una crescita economica annualizzata del 7,8%
Tra gli emergenti l’India rappresenta una asset class molto interessante. Secondo
Morgan Stanley il Paese potrebbe diventare la terza economia più grande del
mondo entro il 2031. Inoltre non può passare inosservato come, alla fine del 2022,
l’India abbia superato il Regno Unito, diventando la quinta economia al mondo.
L’attenzione, anche degli investitori, è rivolta in modo crescente a Nuova Delhi dove, a settembre, con il G20, l’India è stata il primo Paese dell’emisfero meridionale a
ospitare il summit delle principali economie mondiali. Qualcosa sta cambiando o è
già cambiato e non può che attirare l’attenzione degli investitori in cerca di
opportunità e diversificazione.
Guardando alla Borsa, nell’ultimo mese la valutazione del mercato azionario del
Paese ha toccato il suo massimo storico (3.800 miliardi di dollari), e da qualche
tempo la performance delle azioni indiane supera quella delle sue controparti dei
mercati emergenti. Le aziende indiane, inoltre, sono sempre più disciplinate, sia dal
punto di vista operativo che finanziario. Hai mai investito nel mercato indiano?
Potrebbe interessarti in un’ottica di diversificazione e rendimento?
Tre fattori di upside
Secondo Jupiter Am ci sono diversi aspetti da tenere ben presenti se vogliamo
investire nel Paese cogliendo una opportunità di crescita dei rendimenti che sembra
scritta:
1-Il governo indiano è forte a livello fiscale. Le politiche economiche durante e
post-Covid hanno fatto sì che l’India, insieme ad altri mercati emergenti, non
effettuasse le enormi iniezioni di denaro che abbiamo visto nella maggior parte dei
mercati sviluppati. Ciò ha contribuito a una relativa mancanza di pressione
inflazionistica (l’inflazione core è stata del 4,9% rispetto a una crescita economica
annualizzata del 7,8%).
2-I profitti aziendali sono cresciuti abbastanza rapidamente dopo il Covid, come
evidenziato dai dati sulle imposte anticipate a Settembre (in India, le persone e le
imprese pagano le tasse in anticipo trimestralmente), che sono superiori del 20%
rispetto allo scorso anno. La crescita degli utili aziendali in India è sì piuttosto forte
(+ 15%), ma il mercato è andato più avanti, al punto che le valutazioni della maggior
parte delle aziende sul mercato stanno diventando più costose. È quindi necessaria
una ricerca di opportunità molto attenta.
3-Il Paese ha una inflazione modesta
4-I policymaker stanno semplificando l’accesso al mercato nazionale da parte degli
investitori esteri. Ad esempio, il governo indiano ha di recente introdotto leggi che
consentono loro di detenere quote di maggioranza in aziende dei settori delle
assicurazioni e della difesa, oltre ad aver messo fine alla tassazione retroattiva degli
investimenti transfrontalieri.
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Come posso investire sull’India minimizzando i rischi?
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Il petrolio come fattore di rischio
In questo quadro, è comunque sempre importante tenere d’occhio i rischi e
assicurarci che i portafogli siano quanto più isolati possibile dai potenziali shock. Nel
caso dell’India, tali rischi includono la forza del dollaro statunitense e soprattutto la
possibilità che i prezzi del petrolio vadano fuori controllo. I prezzi elevati del
petrolio rappresenterebbero un problema per molti Paesi, ma è particolarmente
rilevante per l’India, che è uno dei maggiori importatori di olio nero al mondo.