Gli investitori istiuzionali e retail stanno aumentando sempre di più la liquidità in portafoglio e Warren Buffett, nel corso del terzo trimestre, ha fatto esattamente la stessa cosa. La sua conglomerata Berkshire Hathaway ha venduto azioni per un controvalore vicino ai 7 miliardi di dollari, avendone investiti appena 1,7 miliardi. Complessivamente, la liquidità detenuta da Berkshire Hathaway è aumentata del 7% portandosi a 157 miliardi di dollari nel terzo trimestre: un nuovo record per la società di Buffett, superiore al precedente picco di 149 miliardi toccato a fine 2021.
Liquidità e titoli di Stato a breve termine anche per Buffett
Per Buffett la grande pila di liquidità, investita in titoli a basso rischio e breve scadenza come i Treasury, si fa più alta quando il celebre investitore non riesce a individuare opportunità interessanti a valutazioni ragionevoli. La filosofia di Buffett si fonda sull’accurata selezione di pochi titoli, che operano in settori che il celebre investitore conosce molto a fondo: il risultato è un portafoglio molto concentrato, che ha consentito all’Oracolo di Omaha di battere il mercato nel lungo periodo – impresa tutt’altro che facile anche per i migliori gestori di fondi.
Di fatto, l’aumento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro Usa hanno rappresentato un’opportunità che Buffett ha colto a piene mani, in modo non dissimile a quanto fatto quest’anno dagli italiani nei confronti del Btp: nei primi nove mesi dell’anno la liquidità vera propria è stata tagliata del 21% a 26 miliardi di dollari, mentre i Treasury a breve termine sono lievitati del 36% arrivando a rappresentare 126 miliardi di dollari nel portafoglio di Buffett. In altre parole, su 10 dollari di liquidità detenuta da Berkshire Hathaway, oltre 8 dollari sono investiti in Buoni del Tesoro Usa a breve termine.
Si può dire che la strategia abbia pagato: nei primi nove mesi Berkshire ha incassato da cedole e dividendi circa il doppio rispetto al 2021: oltre 11 miliardi di dollari. Più in generale, l’utile operativo di Berkshire Hathaway è cresciuto del 41% nel terzo trimestre, raggiungendo gli 11 miliardi di dollari. Da inizio anno alla chiusura del 6 novembre la conglomerata di Buffett ha registrato una performance 12,12% a Wall Street, contro il 14,17% dell’indice S&P 500. Il confronto sui 12 mesi di distanza è favorevole a Buffett con una performance del 20%, superiore di 5,4 punti circa rispetto a quella della media del mercato americano.
Buffett non è l’unico ad aver assunto una postura più difensiva, riducendo l’esposizione alle azioni e mettendo la liquidità nel comodo parcheggio dei Buoni del Tesoro. A ottobre lo State Street Risk Appetite Index è sceso a quota -0,55 da -0,18, il che mostra come gli investitori di lungo periodo abbiano ridotto ulteriormente le loro partecipazioni in asset rischiosi. In seguito all’ultima riunione della Fed del 1° novembre, tuttavia, sembra che il mercato abbia avviato una rimonta sostenuta dall’ipotesi che la stretta monetaria sia finita: dal 31 ottobre al 6 novembre l’S&P 500 ha guadagnato il 4,67%.
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Settori: le mosse di Buffett nel terzo trimestre
Fra le scommesse forse più impopolari nel portafoglio di Buffett compare la partecipazione nella compagnia petrolifera Chevron che, però, è stata ridotta del 10% nel corso del terzo trimestre, con una vendita del valore di 5 miliardi di dollari. Anche le azioni relative al settore dei beni di largo consumo, considerate più vincenti quando l’economia ha solide prospettive di crescita (sono considerate azioni cicliche), sono state ridotte da Berkshire Hathaway di circa il 3% a 35,5 miliardi di dollari. Rientra in quest’ultima categoria la vendita da 500 milioni in azioni HP. Gli altri settori, incluso quello industriale, hanno subito un analogo taglio, con una riduzione della quota dell’8% a 51,1 miliardi di dollari.
Nel terzo trimestre, tuttavia, Buffett ha incrementato del 5% l’esposizione azionaria al settore bancario, assicurativo e finanziario, portandola a 24,8 miliardi.