Il Bist 100 ha registrato un rally di quasi l’8% nella seduta dell’11 maggio dopo che Muharrem Ince, uno dei candidati alle elezioni presidenziali, si è ritirato dalla corsa
Ozkardeskaya: “Nello scenario base, si prevede che la formazione di un nuovo governo metta fine alla politica monetaria ultra-accomodante della Turchia”
Con o senza Erdogan? Secondo gli ultimi sondaggi pre-elettorali condotti da Konda su un campione di 3.480 persone tra il 6 e il 7 maggio, l’attuale presidente turco è fermo al 43,7%; contro di lui corre Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano, che ottiene il 49,3% delle preferenze. Chiunque vinca, dovrà fare i conti con un’economia disastrata: prima l’inflazione che ha toccato l’84,39% a novembre su base annua, poi un terremoto che ha causato la morte di oltre 54mila persone, descritto dall’Oms come “il peggior disastro naturale” che abbia colpito l’Europa nell’ultimo secolo. Per gli analisti la lira turca, sostanzialmente stabile da ottobre, potrebbe a sua volta riprendere la sua tendenza al ribasso. C’è chi parla di una “selvaggia volatilità” in arrivo. Ma andiamo per ordine.
Il Bist 100 (l’indice Borsa Instanbul 100, che prende in considerazione le 100 società quotate sull’Instanbul stock exchange con volume e valore di mercato maggiore, esclusi i fondi d’investimento, ndr) ha registrato un rally di quasi l’8% nella seduta dell’11 maggio dopo che Muharrem Ince, uno dei candidati alle elezioni presidenziali turche, si è ritirato dalla corsa dopo essere stato vittima di una campagna diffamatoria online. “I suoi voti conteranno comunque, perché in contemporanea si svolgono anche le elezioni parlamentari, ma l’uscita di Ince dalla corsa presidenziale ha aumentato le possibilità di una sconfitta del presidente Erdogan, anche se non ha favorito alcun candidato al momento del ritiro”, spiega Ipek Ozkardeskaya, analista senior di Swissquote Bank.
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Elezioni in Turchia: come aggiustare i portafogli?
Quali saranno gli effetti sulle obbligazioni turche?
Gli esperti selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
RICHIEDI LA TUA CONSULENZA GRATUITA
Parallelamente, ricorda Ozkardeskaya, “nonostante la politica monetaria ultra-accomodante, tassi d’interesse anormalmente bassi e tassi reali profondamente negativi, un massiccio programma d’intervento valutario della Banca centrale turca ha mantenuto la lira a livelli significativamente superiori al giusto valore di mercato rispetto alle principali valute. È una bomba a orologeria pronta a esplodere a ogni passo falso. E un passo falso potrebbe essere una sconfitta di Erdogan, che farebbe crollare il castello di carte”. In questo scenario, si prevede che la formazione di un nuovo governo “metta fine alla politica monetaria ultra-accomodante della Turchia, interrompa i pesanti interventi sul mercato valutario e riporti i tassi d’interesse a livelli significativamente più alti”, continua l’analista.
Di conseguenza, aggiunge, potremmo assistere a una “selvaggia volatilità” della lira che potrebbe far salire l’Usd/Try (ovvero il rapporto fra dollaro statunitense e nuova lira turca, ndr) fino a 35/45. Inoltre, vedremmo il tasso d’interesse turco alzato al 40/45% nei mesi successivi alle elezioni per adeguarsi al livello di inflazione ufficiale, mentre l’inflazione schizzerebbe in alto a causa di “una svalutazione potenzialmente devastante della lira”, stima Ozkardeskaya. “Altrove, i titoli azionari turchi registrerebbero un balzo, non perché gli investitori siano contenti dell’aumento dei tassi, ma perché anche la valutazione delle società dovrebbe riadattarsi al nuovo tasso di cambio, un dollaro statunitense significativamente più costoso e in definitiva una valutazione significativamente più alta per i titoli turchi in termini di lire turche”.