Sembrano ormai chiari i motivi per cui il sottomarino Titan, in visita al relitto del Titanic lo scorso 18 giugno, sia imploso a 3800 metri di profondità.
Il progettista nonché proprietario non ha preso una serie di misure di sicurezza che nel campo dell’ingegneria navale sono basilari. Tra l’altro, si è scoperto che il sommergibile non era stato approvato o certificato da nessun organismo di regolamentazione.
Insomma, il proprietario di Titan ha osato confidando nella sua creatività ed inventiva. E anche troppo.
E come sappiamo bene, andare troppo oltre i propri limiti e le proprie possibilità non è mai bene.
Si parla spesso dell’importanza di uscire dalla propria zona di comfort. Fare cose diverse da quelle si fanno sempre è il modo migliore per apprendere nuove abilità o sviluppare nuovi punti di forza nel proprio carattere. Probabilmente il fascino del sottomarino Titan è stato proprio nell’offrire un’esperienza “stra-ordinaria”. Ma c’è un limite a tutto.
In psicologia è chiara la distinzione tra zona di comfort, zona di apprendimento e zona di pericolo.
Cos’è la zona di comfort
La zona di comfort è quella zona in cui noi facciamo le cose che abbiamo sempre fatto, siamo in confidenza, e non ci mettiamo alla prova. Non impariamo nulla di nuovo. Anzi, alla lunga rischiamo anche di performare peggio, perché intanto il mondo intorno a noi si è evoluto, e noi siamo rimasti fermi.
Cosa sono la zona di apprendimento e la zona di pericolo
La zona di apprendimento, detta anche zona di performance ottimale, è quella zona dove le prestazioni personali possono essere migliorate provando una certa quantità di stress. Ma questo stress non deve essere eccessivo, altrimenti si entra nella zona di pericolo.
Un atleta che vuole migliorare la sua resistenza fisica, dovrà sottoporsi gradualmente ad allenamenti più intensi o più duraturi, ma dovrà farlo per fasi, altrimenti rischierà di procurare al suo corpo uno stress fisico o meccanico troppo grande, fino a infortunarsi.
Lo stesso accade quando si vuole strafare in ogni ambito, ci si imbatte temerariamente in sfide troppo grandi, e dalla zona di comfort si passa direttamente alla “danger zone”, o zona di pericolo.
Se si vuole davvero apprendere e migliorare, è bene accogliere nuove sfide e misurarsi in nuovi compiti, ma sempre in sicurezza.
Come fare, allora, per entrare nella la zona di apprendimento in modo corretto e non entrare nella zona di pericolo?
5 consigli per non entrare nella zona di pericolo
1) Informarsi
La paura dell’ignoto può essere superata raccogliendo tutte le informazioni utili per conoscere meglio un dato elemento che ci fa paura, semplicemente perché è nuovo.
Un manager che deve prendere decisioni strategiche nuove, fa bene a studiare modelli vincenti già adottati da altre aziende e informarsi sui rischi di ogni possibile nuova strategia. Anche un incontro di lavoro per firmare una nuova partnership può essere gestito al meglio se si raccolgono le giuste informazioni.
2) Sviluppare un piano
L’ansia che prova chi esce dalla zona di comfort può essere superata andando a produrre degli schemi – nero su bianco – di quelli che potranno essere i possibili ostacoli da superare. Successivamente occorre trasformare gli ostacoli in obiettivi, in modo da vederli sotto una luce positiva di strategia vincente e non di piano fallimentare. È utile anche fare un elenco delle risorse necessarie per portare a termine il compito.
3) Seguire un obiettivo alla volta
Lavorare per piccoli passi è un ottimo modo per ridurre la paura, perché così facendo si riduce il rischio di potenziarla e rafforzarla. Uscire dalla zona di comfort richiede pazienza e la possibilità di non vedere subito i risultati sperati, quindi è bene focalizzare l’attenzione su dei piccoli obiettivi, da superare un po’ alla volta.
“Ogni grande viaggio inizia dal primo passo”, citando il famoso filosofo cinese Lao Tze.
4) Accettare il discomfort iniziale
È normale che fare cose nuove per la prima volta all’inizio renderà insicuri. Fa parte del gioco e va accettato. Con la pratica costante le nuove procedure o le nuove attività verranno automatizzate e a poco a poco entreranno a fare parte della nostra zona di comfort, che a quel punto sarà “magicamente” diventata più ampia. Un manager che ha appena ricevuto una promozione di ruolo deve mettere in conto il fatto che all’inizio farà un po’ di fatica. Ma ancora una volta, il segreto potrebbe essere quello di non esigere di imparare tutto e subito, ma darsi dei sotto-obiettivi, che permetteranno di adattarsi al nuovo ruolo per gradi, situazione per situazione.
5) Non esagerare
L’eccesso di pressione genera disorientamento e confusione. E va sempre evitato. Se questo accade, subentra l’ansia e ci si blocca completamente. Ascoltarsi e guardare dentro sé stessi è utile per capire quali sono i limiti entro i quali possiamo muoverci. All’interno di un’azienda è possibile che ci siano persone che sappiano adattarsi più velocemente di altre ai nuovi compiti, e altre che invece hanno bisogno di più tempo. Un buon leader sa riconoscere le esigenze dei suoi singoli collaboratori e adattare il processo di apprendimento in base ai ritmi di ciascuno.
Per concludere: utilizzare bene la zona di apprendimento può fare la differenza tra il benessere e il malessere, la staticità e il miglioramento, e – a volte, come nel caso del Titan – tra la vita e la morte.
Vuoi sapere di più su domandologia e coaching?
Scoprilo qui:
https://www.giovannicozza.it/top-business-coaching/
—
LE OPPORTUNITÀ PER TE.
Quando i mercati scendono vieni travolto dall’ansia e non sai come fare?
In questo contesto di mercato, su quali asset conviene puntare se si ha un approccio al rischio prudente?
Gli esperti selezionati da We Wealth possono aiutarti a trovare le risposte che cerchi.
RACCONTACI IL TUO BISOGNO