Abbiamo obbligazioni in valuta in portafoglio? Che peso hanno? È il momento di rimescolare le carte? Le obbligazioni denominate in valuta comportano sempre un certo grado di rischio rispetto ai bond denominati in euro. Sia le cedole, sia il rimborso a scadenza sono infatti esposti al rischio che tale valuta si deprezzi contro l’euro. Ciò vale ancor di più in questa fase in cui l’euro vive una fase di debolezza.
“Con l’euro debole, la regola generale da seguire è questa: non riempire il proprio portafoglio di obbligazioni in valuta estera, perchè si comprerebbero a oggi valute apprezzate molto contro la valuta unica europea. E questa regola vale soprattutto contro il dollaro Usa e il franco svizzero, che si sono apprezzate rispettivamente contro la nostra valuta del 15% e 10% rispettivamente negli ultimi 365 giorni” spiega Stefano Gianti analista di Swissquote.
Ciò non significa che non si debba investire in obbligazioni corporate di Usa e Svizzera, ma di sottopesarle rispetto ad altri periodi. In questa fase è infatti più che mai utile capire come riorganizzare il portafoglio alla voce obbligazioni in valuta.
Obbligazioni in sterline
Oltre a dollaro e franco svizzero, per motivi completamente diversi, non risulta neanche un ottimo momento per entrare in obbligazioni denominate in sterline. “L’economia britannica in questo momento è tra le più vulnerabili, con un livello di inflazione che supererà abbondantemente la doppia cifra e una bilancia commerciale in costante peggioramento dal 2020. Prima di cogliere opportunità in questa area geografica, meglio aspettare la fine dell’attuale fase di aumento dei tassi, verosimilmente dal secondo trimestre del prossimo anno”.
Le opportunità
Molto interessanti invece si possono rivelare le opportunità in yen. La valuta nipponica ha perso il 20% persino contro il debole euro negli ultimi 2 anni, ma il trend è recentemente invertito. “Qui i rendimenti sull’obbligazionario sono più bassi, ma anche il livello di inflazione rimane attorno al 2.6% e la politica della Bank of Japan rimane molto accomodante, per facilitare la stabilità finanziaria del Paese”.
Obbligazioni in valute oceaniche
In questo contesto, spiega Swissquote, ha senso sovrappesare nel proprio portafoglio obbligazioni nelle valute oceaniche: dollaro australiano e neozelandese. Anche se gradualmente visto che le banche centrali stanno aumentando i tassi, quindi le emissioni corporate successive offriranno un migliore flusso cedolare all’investitore. In particolare, l’Australia ha recentemente avuto un fortissimo miglioramento della propria bilancia commerciale, trainata dall’export, beneficiando particolarmente della ripresa di export di rame e altri metalli industriali verso la Cina. Proprio per questo motivo, nonostante un previsto rallentamento della domanda, può essere opportuno entrare sull’obbligazione del settore. Relativamente all’esposizione di portafoglio, è chiaro che questo dipende dal grado di rischio dell’investitore.
Il portafoglio ideale
In base al diverso grado di rischio del nostro portafoglio queste indicazioni possono aiutarci a capire come sovra o sotto pesare le obbligazioni in valuta fermo restando che per un moderato rischio, è opportuno detenere il 50% delle proprie obbligazioni nella propria valuta (quindi euro), e diversificare la metà restante.
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