L’indice Ftse Italy Mid-Cap ha sottoperformato l’indice principale del 4% nell’ultimo mese (al 22 agosto 2022). Si parla invece del -2,4% su base annua relativa
Gli occhi degli investitori sono puntati sui prossimi passi delle banche centrali. Mentre in Italia si guarda alle elezioni di settembre e alle mosse dei partiti di destra
Investitori europei in allerta in vista delle future mosse delle banche centrali, mentre in Italia le elezioni del 25 settembre catturano l’attenzione. Un contesto in cui, secondo l’ultimo report mensile del team di ricerca di Intermonte, le mid e small cap italiane – in quanto attività definite “relativamente più rischiose” – potrebbero essere penalizzate. Ecco i titoli su cui puntare (e non).
Mid e small cap italiane in frenata ad agosto
L’indice Ftse Italy Mid-Cap, come analizzato da Intermonte, ha sottoperformato l’indice principale del 4% nell’ultimo mese (al 22 agosto 2022). Si parla invece del -2,4% su base annua relativa. L’indice Ftse Italy Small Caps in crescita del +0,8% ha incassato invece una performance peggiore del 3,2% rispetto al mercato nello stesso periodo ma del +8,8% su base relativa da inizio anno. Allargando lo sguardo all’Europa, l’indice Msci Europe Small Caps è crollato dell’1,1% in un mese, superando (in negativo) anche le mid-cap italiane.
“Nell’ultimo mese, sulla scorta delle indicazioni positive dei risultati del primo semestre del 2022, abbiamo effettuato una revisione degli utili molto significativa sulla nostra copertura large cap (+12,4%/+4,4% sugli Eps – utile per azione, ndr – 2022/2023), non solo per quanto riguarda i titoli del settore energetico, ma anche per alcuni nomi dei settori industriale e bancario”, scrivono gli analisti. “Per quanto riguarda la copertura mid/small cap, abbiamo apportato modifiche limitate alle nostre proiezioni sugli Eps 2022 e 2023 (rispettivamente +0,5%/+0,6%)”, aggiungono. Da gennaio, continuano, la revisione degli Eps 2023 per la copertura mid/small cap resta negativa del 7,3%.
Intermonte: “Puntare su titoli di qualità”
In questo contesto gli occhi degli investitori sono puntati sui prossimi passi delle banche centrali. Mentre in Italia si guarda alle elezioni di settembre, in particolare alle mosse dei partiti di destra. “Riteniamo che le mid e small cap italiane, in quanto attività relativamente più rischiose, possano essere penalizzate, anche se finora la direzione delle stime è stata abbastanza resistente”, scrivono gli analisti. “I titoli nazionali e quelli fortemente esposti ai consumi energetici dovrebbero essere i più colpiti dalla volatilità, quindi la nostra preferenza va ai titoli con un buon profilo internazionale, con tendenze visibili, o che beneficiano di contratti esistenti o di chiare tendenze di settore”.
Pir: 338 milioni di afflussi nel 2022
Come di consueto, l’analisi si concentra poi sulla raccolta Pir e sulle stime per l’anno in corso. Secondo gli ultimi dati diffusi lo scorso maggio da Assogestioni, nel primo trimestre dell’anno i Pir ordinari hanno raccolto 160,2 milioni di euro (stimati invece in 116 milioni dall’Osservatorio Pir del Sole 24 Ore) mentre quelli alternativi 83,4 milioni di euro. Gli asset under management raggiungono i 19,8 miliardi per i Pir ordinari e gli 1,8 miliardi per i Pir alternativi. Nel secondo trimestre dell’anno, invece, la situazione risulta in peggioramento. Il Pir Monitor del Sole 24 Ore stima per il mese di aprile afflussi per 0,7 milioni di euro e per il mese di maggio deflussi per 158,6 milioni.
“La recente volatilità e l’incertezza del mercato dovrebbero continuare, almeno nel breve periodo, e probabilmente limiteranno gli afflussi nei prossimi mesi”, avvertono gli analisti di Intermonte. “Per quanto riguarda le nostre previsioni di afflussi per il 2022, abbiamo già evidenziato come fossero basate su ipotesi troppo aggressive. Alla luce dello scenario attuale e dei recenti dati preliminari del Pir monitor, abbiamo assunto una posizione più prudente: la nostra stima per gli afflussi del 2022 è di 338 milioni di euro”.