La filosofia “value” di Buffett è stata decisamente sua alleata in un 2022 estremamente difficile
La montagna di liquidità da 144 miliardi di dollari che Berkshire Hathaway aveva accumulato si è ridotta di oltre un quarto alla fine del primo trimestre
Fra le puntate vincenti non mancano grossi nomi dell’industria petrolifera, fra le poche ad aver regalato soddisfazioni agli investitori nel primo semestre
Gli era stato detto che il suo approccio “value” cominciava ad essere datato, che le partecipazioni in compagnie petrolifere come Chevron facessero a pugni con la tendenza, inarrestabile, dell’investimento “sostenibile”. Ma Warren Buffett è impermeabile alle mode e, per lui, il 2022 è stato un anno di rivalsa. Un po’ perché il suo nome ha ripreso quota nella classifica degli uomini più ricchi al mondo: nella top 10 Buffett, ottavo, è il miliardario che finora ha perso meno patrimonio, dopo Gautam Adani. Ma soprattutto perché la sua filosofia “value”, si è rivelata un’alleata prima e durante la tempesta finanziaria di questo primo semestre.
A dare una lezione emblematica del modello che ha permesso all’Oracolo di Omaha di costruire il suo impero, è stato un passaggio della sua ultima lettera annuale agli investitori pubblicata il 26 febbraio: una sezione all’interno della quale Buffett spiegava perché la sua società, Berkshire Hathaway, si fosse spinta ad accumulare una montagna di liquidità da 144 miliardi di dollari. Per avere un termine di paragone, è come se Berkshire avesse tenuto da parte una cifra paragonabile al Pil dell’intera Ungheria. La scelta fa una certa impressione anche per un altro motivo: accantonare liquidità è spesso un’azione irrazionale e controproducente, poiché tende a erodere il potere d’acquisto nel corso del tempo. Anche se questo è vero, investire ad ogni costo non è necessariamente la scelta più saggia in qualsiasi momento. Vale la pena citare la “giustificazione” che Buffett fornì agli investitori a fine febbraio, prima di aggiungere che cosa sia successo in seguito.
Buffett, ecco perché ho accatastato liquidità
“Charlie e io ci siamo impegnati a far sì che la Berkshire abbia sempre più di 30 miliardi di dollari di liquidità ed equivalenti al cash. Vogliamo che la vostra azienda sia finanziariamente inespugnabile e che non dipenda mai dalla gentilezza degli estranei (e nemmeno da quella degli amici). A entrambi piace dormire sonni tranquilli e vogliamo che lo facciano anche i nostri creditori, gli assicurati e voi. Ma 144 miliardi di dollari? Questa somma imponente, vi assicuro, non è un’espressione squilibrata di patriottismo [poiché parcheggiata in Buoni del Tesoro a brevissima scadenza, Ndr.]. Né io e Charlie abbiamo perso la nostra preferenza per la proprietà di un’azienda”.
Che cos’è cambiato allora? Buffett lo ha chiarito poco più avanti: “Dopo il mio tuffo iniziale, ho sempre mantenuto almeno l’80% del mio patrimonio netto in azioni. La mia posizione preferita in quel periodo era il 100%, e lo è tuttora. L’attuale posizione dell’80% circa di Berkshire nelle aziende è una conseguenza del mio fallimento nel trovare intere società o piccole porzioni di esse (cioè azioni commerciabili) che soddisfino i nostri criteri di detenzione a lungo termine”. Il fatto che una leggenda degli investimenti non fosse stato in grado di trovare buone occasioni sui mercati non significa necessariamente non esistessero, ma testimonia quale sia l’interpretazione che Buffett dà del suo ruolo: investo solo se vedo l’occasione, non a tutti i costi. “In passato Charlie e io abbiamo sopportato di tanto in tanto posizioni di liquidità simili. Questi periodi non sono mai piacevoli, ma non sono nemmeno permanenti”.
Ancora una volta, l’Oracolo di Omaha aveva dato un’interpretazione poi rivelatasi corretta: i mercati azionari si erano affacciati al rialzo dei tassi e alle incertezze (allora appena iniziate) del conflitto in Ucraina con valutazioni particolarmente “tirate”. Un’azione o un mercato costosi sono esposti a un maggiore rischio di correzione. Questo era evidente dai numeri, ma l’appettito per il rischio aveva spinto per diverso tempo lo slancio di Wall Street con una logica di breve periodo incompatibile con lo stile di Buffett. La quantità di sfide economiche attualmente all’orizzonte ha interrotto questo modello, riportando il mercato nel territorio dell’orso.
Cos’è successo in seguito? Quello che Berkshire Hathaway ha ufficialmente comunicato è che, alla fine di marzo, la pila di contanti si era ridotta di oltre un quarto, passando da 144 a 106 miliardi di dollari. Fra gli acquisti resi noti dalla società di Buffett spiccano due puntate vincenti nel settore petrolifero: l’allargamento della quota in Chevron, che con 26 miliardi di dollari era diventata la quarta più grossa partecipazione di Berkshire Hathaway e Occidental Petroleum. Quest’ultima risuta peraltro l’azione più performante del listino S&P 500 da inizio anno al 6 luglio, con un balzo del 90%. Altre mosse giocate nel primo trimestre sono state, ad esempio, gli acquisti su HP, Paramount e Citigroup.
Berkshire Hathaway non è stata risparmiata in Borsa dall’ondata di vendite del primo semestre del 2022, ma con un calo dell’8,84% ha retto decisamente meglio dell’S&P 500 (-19,84%) e del Nasdaq Composite (-28,24%).