Come ai tempi di Gamestop – seppur le condizioni in cui versano i mercati siano diametralmente opposte a quelle di allora – si sta ripetendo lo stesso schema: gli investitori istituzionali vendono, gli investitori retail comprano. La differenza sostanziale rispetto al 2021 è che ora la compravendita degli investitori interessa tutto il comparto azionario e non più titoli oggetto di speculazione.
Svendita di azioni
In un contesto di inflazione crescente, gli investitori istituzionali stanno vendendo titoli ai livelli più alti registrati quest’anno in tutti i settori: dall’energia alla tecnologia, passando per finanza, sanità, beni di consumo e immobili. Secondo un’analisi di S&P Global Market Intelligence, nelle cinque settimane conclusesi il 7 settembre, gli investitori long-only hanno venduto azioni per un valore di 51 miliardi di dollari, scaricando quasi il 25% del totale venduto da inizio anno. Nel frattempo, rispetto agli investitori istituzionali e agli hedge fund, gli investitori retail hanno continuato a fare incetta di titoli in settori selezionati e risultano essere rimasti i maggiori acquirenti in questo periodo.
Acquisti selettivi
Christopher Blake, direttore esecutivo delle soluzioni per gli emittenti di S&P Global Market Intelligence, ha dichiarato a Institutioinal Investor che, sebbene le vendite su larga scala di azioni da parte degli investitori istituzionali non siano una novità (hanno venduto in massa per tutto il 2022) il periodo di cinque settimane conclusosi il 7 settembre ha visto le vendite più aggressive fino ad ora. Secondo l’analisi, l’uscita “aggressiva” del gruppo dalle azioni è probabilmente dovuta a una “vendita indiscriminata”, piuttosto che a una vendita di settori specifici. Di contro, nello stesso periodo, gli investitori retail hanno acquistato titoli di materiali di base, energia, beni di consumo, servizi al consumo e sanità. Ciononostante, gli investitori retail non sono stati immuni dai fattori di mercato e questo periodo è stato uno dei pochi di quest’anno in cui gli investitori retail sono stati complessivamente venditori netti.
Avversioni al rischio diverse
Come si spiega questa differenza comportamentale? Secondo Blake, la differenza tra investitori istituzionali e retail risiede generalmente nella loro disponibilità ad assumere rischi. Poiché gli investitori istituzionali sono responsabili di grandi quantità di denaro e devono rispondere a un consiglio di amministrazione e ai beneficiari, sono generalmente più avversi al rischio. Quando i mercati iniziano a scendere, come nel 2022, gli investitori istituzionali sono più propensi a scaricare gli asset rischiosi. Gli investitori al dettaglio, invece, sono responsabili solo verso sé stessi. Di conseguenza, secondo Blake, sono più propensi a seguire strategie di investimento più rischiose, come acquistare i ribassi o mantenere le azioni in settori particolarmente volatili.