La Francia è il primo
mercato assicurativo dell’Ue a 27, sia in termini di importo dei premi
sottoscritti, sia di valore del risarcimento pagato. Non sorprende quindi che l’insurtech
locale registri, di pari passo, una crescita esponenziale. Con la pandemia, che
della digitalizzazione è stata un acceleratore, il contesto si è ulteriormente
evoluto.
“Negli ultimi due anni, sono
entrati nell’arena molti nuovi attori che si occupano di distribuzione o che
operano nella tecnologia. I player btoc di diversi settori hanno iniziato a sfidare
le compagnie assicurative tradizionali con una propria offerta; ma anche molte insurtech
btobtoc forniscono alle corporate gli strumenti per affiancare al core
business servizi di insurance”, dice a We Wealth Jean Orgonasi, co-founder
insieme a Fabrice Couturier di Digital Insure, una insurtech che opera
nella distribuzione e che possiede una serie di tecnologie per abilitare i
processi digitali di incumbent e aziende di diversi settori merceologici.
On the job da sette anni
Nel contesto descritto un operatore come Digital Insurer ha un posizionamento particolarmente favorevole, avendo testato tecnologie e processi on the job da 7 anni. Oltre ad aver sviluppato una specializzazione per il wealth management.
“Indipendentemente da dove il clienti abiti, da quale dispositivo stia utilizzando e dalla somma di denaro che vuole assicurare, la piattaforma è in grado di servirlo con i migliori prodotti sul mercato, in maniera compliant rispetto ai requisiti normativi e con un servizio di alta gamma – spiega Couturier – nel 2019 abbiamo creato un team dedicato di esperti, in grado di gestire elevati volumi di questi contratti, con un alto livello di efficienza sull’intera catena del valore, dalle vendite alla sottoscrizione”.
I prossimi trend Insurtech
Tornando ai trend più attuali, i manager evidenziano quello dei broker insurtech che chiedono e ottengono la licenza assicurativa e iniziano a operare nell’arena competitiva delle compagnie tradizionali, proponendo le loro polizze sanitarie, di copertura dei danni, a tutela dei creditori. “In questo modo questi nuovi soggetti – dice Orgonasi – si rivolgono direttamente al cliente finale, bypassando assicuratori e broker tradizionali. E negli anni si è creato un ecosistema insurtech che collabora con fintech o proptech e che sta cambiando il mondo assicurativo per come lo conoscevamo”.
La Francia è caratterizzata anche da un contesto normativo favorevole che ha spinto la creazione di questo ecosistema dal 2015 e che nell’ultimo biennio è stato anche potenziato. Un sistema complesso di leggi che comprende “finanziamenti pubblici, formazione universitaria specifica per dare vita a professionisti del digitale, dell’IT, del data science e dell’AI; ma anche un nuovo paradigma culturale a favore dell’imprenditorialità e degli investitori privati”, aggiunge Couturier.
Lo status quo in Italia
E così, a differenza di quanto avviene in Italia, dove l’insurtech è appena a uno stadio embrionale dello sviluppo, Oltralpe le piattaforme stanno entrando nella loro fase 2.0: non sono semplicemente concorrenti degli incumbent nello spazio assicurativo, ma abilitatori di un cambiamento secolare in termini di digitalizzazione per le aziende tradizionali. “Osserviamo due tendenze in particolare – precisa Orgonasi – le capacità digitali rendono lo spazio dell’insurtech ampiamente scalabile. L’Ue è il campo di gioco, una regione che ha regolamentazione comune, simili necessità di protezione, con una popolazione tendenzialmente anziana e consumatori che hanno una domanda assimilabile, basata su processi flessibili e prodotto personalizzabile. Diverse insurtech francese stanno diversificando ed entrando in altri mercati europei. L’Italia è sicuramente tra i più interessanti”.
Il secondo trend che va consolidandosi è quello dell’open insurance. “Si va verso l’Apisation del mercato, come già avvenuto per le banche, dove i dati dei clienti, su loro autorizzazione, possono essere ceduti a soggetti terzi e usati per migliorare l’esperienza del cliente e personalizzare l’offerta”.
Digital Insure incarna perfettamente entrambi i trend. “L’italiana First Advisory ci ha scelto per fornire nuovi servizi e prodotti ai propri clienti. Di fatto, attraverso questa partnership stiamo approdando in Italia – racconta Couturier – siamo stati inoltre selezionati da La Mondiale Europartner per co-costruire i loro prodotti assicurativi di protezione, distribuirli e gestire i contratti: anche questa collaborazione è un’occasione per crescere al di fuori dei confini francesi”.
Soluzioni Api by design
Quanto al secondo trend, Digital Insure fornisce soluzioni completamente Api by design. “Nell’ambiente b2b2c l’approccio white label è tecnologicamente finito ed è già stato sotituito da una serie di collegamenti Api per connettere i player e arricchire l’offerta e l’esperienza del cliente”, spiega Couturier.
I vantaggi di un approccio digitale per le compagnie assicurative e per i clienti finali sono evidenti: “per le compagnie assicurative – conclude Orgonasi – il digitale equivale alla possibilità di aggredire nuovi clienti, segnatamente la Gen Z; consente un migliore time to market e attraverso i dati aiuta a massimizzare ricavi e redditività”. Per i clienti finali, la cui vita quotidiana in altri campi è già stata sconvolta dall’innovazione digitale (Uber, Netflix, Zoom sono diventati compagni di viaggio abituali), in campo assicurativo il digitale rende più fluida l’esperienza di acquisto, ma anche la fase dei reclami. Si tratta, insomma, di una strada obbligata, rispetto a cui è impossibile tornare indietro.