L’inflazione è dura a morire. La Fed lo sa e si appresta ad annunciare il quarto rialzo consecutivo dei tassi da 75 punti base. O almeno questo è quanto si aspetta a pochi giorni dal meeting FOMC la maggior parte degli analisti e il mercato stesso, che sembra aver ormai già scontato la nuova stretta. L’attenzione dunque sarà rivolta alla conferenza stampa e alle parole di Powell, con gli analisti in cerca di qualche indizio sull’orientamento futuro della banca centrale americana.
Fed più “dovish” a dicembre?
“Con i segnali dovish recentemente emersi da alcuni (non tutti) membri del FOMC, nonché dalla Bce e dalla Bank of Canada, l’attenzione dei mercati è rivolta a scontare correttamente il prossimo excursus di dicembre. Rialzo di 50 o 75 pb che mostra ancora incertezza da parte degli investitori, con le probabilità dei CME FedWatch Tool rispettivamente pari a 47,9% e 46,8%” spiega a We Wealth, Gabriel Debach market analyst di eToro che continua: “La Fed sembra desiderosa di ridurre il ritmo dell’inasprimento, dopo aumenti insolitamente ampi, data l’attenzione sui rischi finanziari, anche se notizie deludenti sull’inflazione potrebbero rapidamente deludere queste speranze. L’inflazione resta l’obiettivo principale della Fed e ora ci si domanda a quale prezzo, con una curva dei rendimenti dei tassi decennali e a tre mesi entrata in territorio negativo e con sempre maggiori premure sui rischi di recessione”.
Molto dipenderà dai dati economici
Ad ogni modo secondo l’analista di eToro in ultima istanza molto dipenderà dai dati che usciranno nelle prossime settimane. “Con le pressioni ancora persistenti sul fronte inflazione – si vedano le letture di venerdì su PCE ed employment cost index – è probabile che il tono possa restare quello di una Fed data dependent, ormai il leit motiv di queste politiche monetarie” afferma Debach che conclude “Prima della decisione finale del FOMC i membri avranno modo di approfondire martedì le aperture di nuovi posti di lavoro, attese in continua flessione, ma decisamente superiori al numero di disoccupati (surplus di circa 4039 mila persone). Un simile dato lascerebbe ancora spazio a disposizione alla manovra rialzista delle Federal Reserve”.
Effetti sui mercati
Dello stesso avviso è Jason Simpson di State Street Global Advisors: il FOMC attenderà un picco netto dell’inflazione e una traiettoria di crescita sottostante più debole prima di segnalare un allentamento del ritmo di inasprimento. Quali sono i dati a cui dovrebbero guardare gli investitori? Erik Weisman, Chief Economist and Portfolio Manager di MFS Investment Management, in una nota ha individuato quattro possibili segnali di abbassamento dell’inflazione: calo e ulteriore riduzione dei prezzi energetici, sempre meno frequenti interruzioni della catena di approvvigionamento, e mercato del lavoro e domanda dei consumatori in calo, ma non in discesa. Quanto agli effetti sui mercati secondo Simpson, il rialzo di 75 punti di mercoledì potrebbe deludere leggermente i mercati. I mercati dei Treasury e delle azioni si aspettano un approccio più sfumato dopo il leggero ammorbidimento dei toni da parte della BCE della scorsa settimana. Tuttavia, il rialzo dovrebbe sostenere il dollaro e dunque continuare a scoraggiare i ribassisti del dollaro che hanno scommesso sul calo della moneta per tutto l’anno”.
A marzo tassi al 5%
Secondo le stime di Goldman Sachs, i tassi di interesse saliranno al 5% in marzo, 25 punti base più delle precedenti previsioni. Al 5% la Fed arriverà alzando il costo del denaro dello 0,75% la prossima settimana, per poi proseguire con un rialzo di 50 punti base in dicembre e con altre strette da 25 punti base in febbraio e marzo.