Mentre i mercati vanno giù, i grandi di Wall Street stanno azzardando delle scommess, investendo una quota importante del loro portafoglio su singoli titoli. Quali sono le azioni su cui stanno puntando i re della finanza? Ecco, stando ad un’analisi di Kiplinger, sito di informazione economico-finanziaria, le posizioni più rilevanti di 11 grandi fondi d’investimento.
Colgate – Daniel Loeb
L’hedge fund Third Point di Loeb, con 27,5 miliardi di dollari di asset in gestione (AUM), ha acquistato quasi 2 milioni di azioni Colgate per un valore di oltre 159 milioni di dollari al 30 giugno. La partecipazione, con una quota del 3,8% nel portafoglio di Third Point, ha immediatamente reso Colgate una delle 10 principali partecipazioni dell’hedge fund newyorkese. Oltre che avere avuto un buon apprezzamento nel 2022 per via della sua natura difensiva, il titolo ha pagato ottimi dividendi. Membro dell’indice S&P 500 Dividend Aristocrats, Colgate ha aumentato i suoi dividendi per 60 anni consecutivi.
Amazon – Philippe Laffont
Le azioni di Amazon hanno perso il 35% del loro valore nel secondo trimestre per via dei crescenti timori di recessione e i potenziali impatti sul settore retail. mentre alcuni hedge fund hanno venduto il gigante dell’e-commerce, altri ci hanno visto un affare. Tra questi c’è anche Philippe Laffont. Il suo hedge fund Coatue Management ha aumentato la sua partecipazione del 35%, che ora conta 4,1 milioni di azioni per un valore di 437,4 milioni di dollari.
Nexstar Media Group – Steven Tananbaum
Steven Tananbaum, fondatore di Goldentree Asset Management (52 miliardi di dollari di AUM), è noto soprattutto per gli investimenti nel debito distressed, ma anche le azioni attirano la sua attenzione. Un esempio su tutti: Nexstar Media Group, il più grande proprietario di stazioni televisive negli Stati Uniti, con 197 stazioni in 115 mercati. Il suo titolo è salito del 28% circa da un anno all’altro, battendo il mercato più ampio di ben 44 punti percentuali, per poi scendere perdere il 14% nel secondo trimestre. A quel punto Tananbaum, con un patrimonio netto stimato di 2,4 miliardi di dollari, ha colto la palla al balzo. Il suo hedge fund newyorkese ha incrementato la sua partecipazione dell’81%, portando il totale delle sue partecipazioni a 503.524 azioni: 82 milioni di dollari.
Snowflake – Daniel Sundheim
Snowflake era così promettente quando ha fatto il suo debutto in borsa nel 2020 che persino Warren Buffett ci ha investito. Purtroppo, il 2022 è stato particolarmente brutale per i titoli growth, e Snowflake non è stata un’eccezione, perdendo circa due terzi del suo valore dal 31 dicembre 2021 a metà giugno. Daniel Sundheim, tuttavia, non si è fatto spaventare dal crollo del prezzo delle azioni della società di cloud, anzi. Il suo hedge fund D1 Capital Partners ha aumentato la sua partecipazione del 36%, pari a 492.057 azioni, nel secondo trimestre. Il fondo newyorkese detiene ora 1,8 milioni di azioni per un valore di 254,5 milioni di dollari al 30 giugno. Il titolo ha toccato il suo minimo il 13 giugno, per poi guadagnare circa il 75% nei due mesi e mezzo successivi.
Meta – Chase Coleman III
Chase Coleman III ha avuto un anno difficile. Il suo hedge fund Tiger Global Management (124,7 miliardi di dollari di AUM) ha subito una delle maggiori perdite in dollari nella storia del settore durante i primi quattro mesi del 2022, a causa dei forti ribassi di importanti partecipazioni come JD.com, Microsoft e Sea. Lasciata alle spalle la perdita pari a 17 miliardi di dollari, Coleman all’inizio dell’anno è tornato ad acquistare nel settore tech. In particolare, l’hedge fund newyorkese ha aumentato la sua scommessa sulla società madre di Facebook Meta Platforms del 15% nel secondo trimestre. Tiger Global detiene ora 4,5 milioni di azioni della piattaforma di social media, per un valore di 724,5 milioni di dollari al 30 giugno.
Taiwan Semiconductor Manufacturing – Stephen Mandel
Stephen Mandel (patrimonio netto stimato di 3,9 miliardi di dollari) sta scommettendo forte sui semiconduttori. Il suo hedge fund Lone Pine Capital (10,6 miliardi di dollari di AUM), con sede a Greenwich, Connecticut, ha avviato una partecipazione in Taiwan Semiconductor Manufacturing nel primo trimestre del 2022 e l’ha incrementata notevolmente nel secondo trimestre. Tsm è la più grande fonderia di semiconduttori al mondo e una fonte fondamentale di chip per la catena di fornitura globale. Quest’anno le azioni hanno subito un duro colpo a causa del timore degli investitori per l’indebolimento della domanda e l’aumento della concorrenza. Il fondo di Mandel detiene 8,9 milioni di azioni per un valore di 730,4 milioni di dollari al 30 giugno.
Microsoft – John Armitage
Microsoft è stato a lungo il titolo preferito dagli analisti del Dow Jones Industrial Average, con una raccomandazione di consenso di Strong Buy per più di due anni: evento raro a Wall Street. Tuttavia, come quasi tutti gli altri titoli tecnologici a grande capitalizzazione, nel 2022 le azioni sono state battute inesorabilmente al ribasso. Il crollo di Microsoft è stato particolarmente acuto nel secondo trimestre, con un calo di quasi il 16% nell’arco di tre mesi, ed è stato allora che il cofondatore e chief investment officer di Egerton Capital (24,3 miliardi di dollari di AUM) John Armitage ha deciso di fare la sua mossa. Armitage, con un patrimonio netto stimato di 2,9 miliardi di dollari, ha aumentato la partecipazione del suo hedge fund londinese nel colosso del cloud computing dell’11%. Egerton detiene ora 5,4 milioni di azioni per un valore di 1,4 miliardi di dollari al 30 giugno.
S&P Global – Chris Hohn
Nel corso del secondo trimestre Chris Hohn (patrimonio netto stimato in 7,9 miliardi di dollari) ha continuato a incrementare la posizione del suo fondo in S&P Global. Il suo TCI Fund Management, hedge fund londinese che vanta 31,6 miliardi di dollari in solo 14 titoli gestiti, già nei primi tre mesi dell’anno aveva aumentato la sua scommessa sulla società di ricerca. Ne è seguita un’altra da 1,9 milioni di azioni che ha portato la posizione del fondo sul titolo a 8,8 milioni di dollari per un valore di quasi 3 miliardi di dollari al 30 giugno.
Qorvo – Seth Klarman
Qorvo produce chip e moduli integrati che consentono la connettività wireless e cablata. Si tratta di una scommessa sul boom delle connessioni per case e auto intelligenti, sull’Internet delle cose (IoT) e sull’espansione del 5G in generale. Seth Klarman ha costruito il suo patrimonio netto stimato di 1,5 miliardi di dollari in parte grazie all’anticipazione di questo tipo di megatrend. Il suo Baupost Group (31,6 miliardi di dollari di AUM) ha aumentato ancora la sua partecipazione, questa volta del 4%, ovvero di 321.324 azioni in Qorvo. Questo fa seguito a un aumento dell’11% della posizione nel primo trimestre e del 16% nel quarto trimestre. L’hedge fund di Boston ora detiene quasi 7 milioni di azioni per un valore di 657,1 milioni di dollari al 30 giugno.
Constellation Energy– David Tepper
David Tepper ha accumulato la sua fortuna stimata in 17,3 miliardi di dollari in parte grazie a un ottimo tempismo. Queste capacità sono state messe in mostra nel secondo trimestre, quando il suo hedge fund Appaloosa Management (20,7 miliardi di dollari di AUM) ha aperto una posizione in Constellation Energy, il più grande produttore di energia a zero emissioni negli Stati Uniti. L’Inflation Reduction Act dell’amministrazione Biden, che indirizza 369 miliardi di dollari di spesa federale verso l’energia verde, ha dato al titolo e ai suoi simili una bella spinta in agosto. E Tepper era presente. Il proprietario dei Carolina Panthers della NFL ha acquistato 2,7 milioni di azioni di CEG per un valore di 154,6 milioni di dollari nel periodo di tre mesi conclusosi il 30 giugno. Da allora il titolo è salito del 44% e da un anno all’altro è quasi raddoppiato.
Freeport-McMoRan – Bruce Kovner
Bruce Kovner si è ritirato dall’hedge fund che aveva fondato un decennio fa. Ma Caxton Associates (26,7 miliardi di dollari in Aum) beneficia ancora della stretta associazione con il suo nome leggendario. Attualmente guidato da Andrew Law, l’hedge fund nel corso dell’anno ha cavalcato l’inflazione aggiungendo al portafoglio un titolo legato alle materie prime come quello di Freeport-McMoRan. L’hedge fund newyorkese ha incrementato la sua partecipazione del 3%, pari a 127.500 azioni, nel secondo trimestre. La posizione nel titolo minerario, del valore di 113,7 milioni di dollari al 30 giugno, è la seconda maggiore partecipazione del fondo dopo Pfizer.