Il gran caldo africano non è stato l’unico protagonista dell’estate appena trascorsa, insieme a lui c’è stato il grande ritorno della volatilità sui mercati azionari. Una possibile protagonista della stagione autunnale. Le tensioni geopolitiche, con la più recente crisi in Medio Oriente, l’andamento dell’economia cinese, la prima sforbiciata della Fed (e le ipotesi di tagli futuri), senza dimenticare l’esito delle presidenziali statunitensi, sono tutti fattori che stanno complicando – e complicheranno – la vita degli investitori.
Le “tempeste” sui mercati da tempo non sono più solo immaginazione, sono diventate realtà: ma dove si cerca riparo in queste circostanze? La parola ad Amadeo Alentorn, responsabile degli investimenti di Jupiter Systematic Equities.
I principali fattori di rischio
L’ansia per l’economia statunitense e l’aumento dei tassi di interesse in Giappone sono solo due dei tanti “fulmini a ciel sereno” che hanno colpito i mercati durante i mesi estivi. Come conseguenza, la volatilità si è diffusa a livello globale e, anche se alcuni settori e mercati, oggi, sembrano essere in una ripresa per lo più parziale, si sa, non bisogna mai abbassare la guardia. Perché alcune tempeste possono arrivare quando meno le si aspetta.
“La volatilità non è un fenomeno temporaneo – spiega Alentorn – e guardando al futuro è chiaro che non sarà destinata a scomparire. Questo perché ci sono fattori di rischio di ogni genere: l’andamento (imprevedibile) dei tassi di interesse, le tensioni geopolitiche, senza dimenticare le elezioni presidenziali americane di novembre, il cui esito potrebbe alterare l’equilibrio internazionale. La vittoria di Trump sulla Harris, per esempio, potrebbe avvicinare gli Usa a un marcato isolazionismo; nel caso di sconfitta, invece, è probabile che il risultato delle elezioni venga messo in discussione e che i seguaci del tycoon si mobilitino in sua difesa”.
I vantaggi di una strategia market neutral
Quando i mercati subiscono forti correzioni, anche le strategie di investimento più tradizionali possono non essere sufficienti a riportare il portafoglio in equilibrio. Ma in un contesto economico così incerto e dal futuro pressoché imprevedibile, come possono gli investitori accedere a rendimenti potenzialmente positivi, proteggendosi dai numerosi rischi possibili?
“Un approccio alternativo è rappresentato dalle strategie market neutral – continua l’esperto. Questo approccio permette di evitare la direzionalità dei mercati e di bilanciare un portafoglio lungo con uno corto. Nello specifico, i rendimenti vengono generati attraverso l’alfa, ovvero la capacità di un titolo di generare profitto e non dal beta. Quindi non dipendono dall’andamento del mercato”.
In questo modo, in uno scenario di mercato ribassista, le posizioni corte possono compensare le perdite degli investimenti più a lungo termine, e viceversa. Ed è proprio la differenza relativa tra i due portafogli a determinare il rendimento per l’investitore.
“Un esempio di questo approccio è il Jupiter Global Equity Absolute Return Fund (GEAR). Dalla data del suo lancio (30 giugno 2009) al 30 giugno 2024, questo fondo ha mostrato una correlazione negativa con l’indice MSCI World NR USD di -0,10. Questo dato può sorprendere, ma è un’ulteriore conferma del fatto che una strategia neutrale riesce a ‘divincolarsi’ dall’andamento globale dei mercati. Il fondo, inoltre, ha un limite di volatilità target del 6%, una percentuale molto più bassa di quella dei mercati azionari globali”, spiega Alentorn.
5 criteri per la selezione dei titoli
Ma come ottenere rendimenti sicuri e generare alfa? Secondo gli esperti di Jupiter Asset Management si dovrebbero tenere in considerazione ben 5 criteri nel processo di selezione dei titoli da inserire in portafoglio, ovvero:
- Valutazione dinamica (tiene conto sia della qualità, sia del valore del titolo)
- Crescita sostenibile
- Gestione aziendale
- Sentiment
- Dinamiche di mercato
“Questi criteri – spiega Alentorn – vengono studiati e testati continuamente e, se necessario, regolarmente perfezionati nel corso del tempo, per garantire agli investitori un prodotto capace di adattarsi alle oscillazioni del mercato.
Anche per questa ragione strategie alternative come quella market neutral possono rappresentare un’opportunità per loro, perché offrono un futuro più ‘stabile’ anche in contesti economici molto complessi. Ma soprattutto, possono essere un ottimo rifugio per non lasciarsi cogliere impreparati dalle prossime – eventuali – tempeste finanziarie”, conclude.