Dall’esame dello schema di decreto legislativo sul recepimento in Italia della direttiva europea 2022/542 (AG n. 188) non emergono modifiche all’attuale impianto sulle aliquote Iva sull’arte e sui beni da collezione. Nel testo approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 7 agosto e in discussione in Senato in questi giorni non è prevista alcuna modifica alle aliquote IVA sulle importazioni e sulle cessioni nazionali di dipinti, sculture, fotografie e altri beni da collezione. Non si approfitta quindi della prossima scadenza del 1° gennaio 2025 (in cui dovranno entrare in vigore altre disposizioni sempre in materia di Iva previste dalla direttiva) anche per adeguare le aliquote nazionali a quelle dei principali concorrenti europei. Continueranno per ora ad applicarsi l’aliquota del 10% sulle importazioni e sulle vendite effettuate direttamente dall’artista e dai suoi eredi o legatari e l’aliquota del 22% sulle cessioni nazionali del mercato secondario tramite gallerie e mercanti d’arte e in genere da soggetti diversi dall’autore dell’opera e suoi eredi o legatari.
Come sarà recepita la direttiva UE
Va detto che l’ordinamento italiano prevede già le principali norme di sistema contenute nella direttiva UE e pertanto l’intervento legislativo, per questa categoria di beni (arte e beni da collezione) potrebbe riguardare essenzialmente una riduzione delle aliquote rispetto a quelle oggi applicate.
Nelle more del recepimento delle disposizioni sulle aliquote Iva contenute dalla direttiva (UE) 2022/542 un altro disegno di legge (il DDL S. 762) è in discussione in Senato e prevede l’esenzione dall’IVA per le vendite fino a 20 mila euro di oggetti d’arte, di antiquariato e da collezione importati e ceduti dagli autori, dai loro eredi o legatari, nonché la riduzione dell’aliquota dal 22 al 10% per le cessioni di questi beni di valore inferiore uguale a 20 mila euro ceduti da soggetti diversi dall’autore o dai suoi eredi o legatari. Potrebbe quindi essere introdotto a breve un regime transitorio.
Iva arte, riduzione delle aliquote rinviata
L’intenzione di ridurre il carico fiscale sull’arte è un tema contenuto nella legge delega per la riforma tributaria con la quale il Governo è stato delegato a “ridurre l’aliquota dell’Iva all’importazione di opere d’arte, recependo la direttiva (UE) 2022/542 del Consiglio, del 5 aprile 2022, ed estendendo l’aliquota ridotta anche alle cessioni di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione” (legge 9 agosto 2023, n. 111). L’attuazione della delega dovrà aver luogo entro il 29 agosto 2025. Pertanto, entro quella data, sarà presa una decisione sulle aliquote Iva di questi beni anche in funzione del recepimento della direttiva UE.
La finalità della norma è di agevolare il regime Iva delle importazioni e delle cessioni di oggetti d’arte o collezione al fine di incentivare il relativo mercato e rendere il nostro ordinamento più competitivo rispetto agli altri Paesi dell’UE.
Cosa succede nei principali Paesi europei
La Francia, in recepimento della direttiva UE, già con la legge di bilancio per il 2024, ha esteso a partire dal 1° gennaio 2025 alle cessioni interne l’aliquota ridotta al 5,5% (dal 20% attuale) già prevista per le importazioni di opere d’arte con eliminazione però del corrispondente regime del margine. La Germania ha previsto l’applicazione dell’aliquota del 7% (dal 19% attuale) in un disegno di legge in corso di approvazione. La previsione di aliquote differenziate per le importazioni fra gli Stati consente agli importatori di far entrare i beni in Europa dal Paese in cui l’aliquota è più bassa.